Da ora in poi chiarezza è fatta: chi è componente del Corecom, se vorrà candidarsi alle elezioni politiche o amministrative, dovrà subire la sospensione (durante la campagna elettorale) dalla funzione e dalla relativa indennità della carica dell’organo regionale. La norma è passata ieri in consiglio con larga maggioranza, con due astensioni dalla Lega Nord e una dal Gruppo misto.
Una votazione che anche nel dibattito ha risentito della delicatezza dell’eventuale conflitto fra essere controllore e garante della libertà e terzietà dell’informazione e essere candidato nelle fila di una forza politica.
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Il Corecom, o comitato regionale per le comunicazioni, è organo di consulenza e di gestione della Regione in materia di comunicazione, organo funzionale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, e svolge compiti istruttori per conto del Ministero delle comunicazioni. E’ costituito da sette componenti, compreso il Presidente, scelti fra persone in possesso dei necessari requisiti di competenza ed esperienza nel settore della comunicazione.
Il Presidente è nominato dal Presidente della Giunta regionale di concerto con il Presidente del Consiglio regionale, mentre gli altri sei componenti sono eletti dal Consiglio regionale. I componenti restano in carica cinque anni e non sono rieleggibili. Compito del Corecom è quello “di rendere effettivo il diritto dei cittadini ad essere informati su attività e funzionamento delle istituzioni per qualificare il sistema dell'informazione toscana, per sviluppare il pluralismo e per favorire la condivisione dei sistemi informativi”, come recita l’art.1 della legge regionale 22/2002 istitutiva dell’organo.
La legge ha dunque stabilito che chi svolge questa attività all’interno del Corecom non può rimanere nelle sue funzioni nel momento che scende in campagna elettorale schierato su posizioni politiche.
L’occasione per la proposizione e l’approvazione piuttosto celere della norma è senz’altro da ricercarsi in un caso che a suo tempo creò qualche malumore: la candidatura, marzo scorso, a sindaco di Montevarchi, di Vincenzo Caciulli, membro del Corecom. A onor del vero, dopo le critiche mossegli dal consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai, Caciulli rese noto di avere già , dal 21 marzo, giorno della sua presentazione pubblica come candidato, “rimesso al presidente, professor Marino Livolsi, ogni delega operativa non prendendo parte alle sedute del Corecom relative alla par condicio”.
Tuttavia il nocciolo della questione non poteva ritenersi risolto, in quanto nell’ordinamento legislativo regionale non c’era nessuna norma che prevedesse sospesnioni o altri provvedimenti in carico ai membri che facessero la scelta di andare a campagna elettorale.
Fu proprio Stefano Mugnai a far partire la proposta di legge come proponente (insieme al capogruppo Alberto Magnolfi e al vicecapogruppo Paolo Enrico Ammirati) e primo firmatario per la sospensione dei membri del Corecom dalle loro funzioni e emolumenti nel corso della campagna elettorale in cui riultassero candidati. . La proposta approdò dapprima in commissione regionale cultura, dove ottenne il consenso unanime e un apprezzamento del presidente di commissione Nicola Danti (Pd), “mi sembra di buon senso”.
Lo stesso Danti ha illustrato la proposta di legge ieri 27 settembre in aula consigliare.
Si tratta, in questa legislatura, della prima proposta di legge d’iniziativa dell’opposizione approvata.
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