Coppa: la Fiorentina in dieci blocca la macchina da gol dell’Atalanta

Firenze – La Fiorentina in dieci ha battuto l’Atalanta 2 a 1. La malata, depressa, acciaccata, ai limiti della zona retrocessione ha stecchito la macchina da gol dell’inquieto Gasperini e considerato che i miracoli a volte accadono con l’aiuto di un po’ di intelligenza e di muscoli adeguati, finalmente anche Commisson de’ Commissoni, il miliardario patron viola, ha capito di non aver investito i suoi spiccioli in una ciofeca di Fontana di Trevi, ma in una squadra che all’occorrenza sa giocare da squadra e vincere anche contro ogni pronostico.

Partita sempre bella, vibrante, cattiva al punto giusto, molto tattica, ma anche ricca di azioni gol. E siccome nella vita ci vuole anche il cosiddetto culo, la Fiorentina stavolta ne ha fatto tesoro: ha incassato due pali atalantini, poi il pareggio, poi l’espulsione di Pezzella, e quando ormai pareva boccheggiare quasi pronta a mettere la testa sul ceppo della sconfitta, ecco uscire dal cilindro un contropiede fulminante, una corsa mozzafiato palla al piede di Lirola, tiro a incrociare, rete.

Il Franchi (è qui che la Fiorentina deve restare, macché Novoli e Champs sur le Bisance) è esploso giustamente e rumorosamente. Abbracci e baci, baci e abbracci, Commisson de’ Commissoni a spellarsi le mani insieme alla signora Commissoni e a Commissoni junior. Un omone con la barba è corso ad abbracciarlo e per poco non rotolava insieme giù dalla tribuna d’onore, champagne, alé, mancano pochi minuti.

Giuro. Chiunque me lo avesse detto prima della partita avrei chiamato la neuro: prego, si accomodi a San Salvi, una gentile psichiatra l’attende. E’ l’avrei detto anche dopo il pareggio di quel diavolo di Ilicic e soprattutto dopo che Pezzella, un po’ troppo furbone, è stato riammonito per evidente simulazione e sbattuto fuori. Dispiace, ma simulazione era e l’arbitro era lì a due passi.

Ma già mi pareva miracoloso che la viola iper depressa dalla gestione Montella fosse arrivata in vantaggio al minuto 67. Con quell’Atalanta dall’attacco fulminante. L’Atalanta di Papu Gomez, Muriel e Ilicic, i bomber più scassadifese del campionato. Ce lo vogliamo dire, o vogliamo continuare a cantare le lodi di un aeroplanino capace di vincere appena quattro incontri su ventisei?

Dopo la malinconica vittoria con la Spal ho scritto e discusso con vari amici bastian contrari che i giocatori la Fiorentina li aveva, ma che andavano motivati e organizzati in campo in modo non dilettantesco. Sarà anche che è arrivato Cutrone goleador che ha subito sverginato la sua nuova militanza, sarà che il mister Iachini ha fatto giocare due attaccanti di ruolo invece di quel reduce chiamato Boateng affiancato da un Chiesa lesto di gamba, ma che attaccante non è, e sarà che finalmente s’è visto grinta e impegno. Sarà tutto quel che si vuole, ma fin dal primo minuto la Fiorentina si è messa in mostra come una squadra che sa il fatto suo.

Alé: contropiedi veloci, smarcamenti, anticipi, caccia all’uomo, chiusure muscolari. Così si gioca. L’Atalanta, priva nella prima metà dei bolidi Gomez e Ilicic, facesse pure il suo tran tran manovrato. Ottime combinazioni, per carità, anche veloci, però tutte stoppate al limite dell’area salvo nell’occasione in cui la capoccia di Pasalic ha spedito sulla traversa da due passi.

Per nulla intimidita, la viola ha giostrato da par suo, Cutrone ha scaraventato dentro su assist di Dalbert e Vlahovich s’è divorato almeno un paio di palle gol. Però che ragazzone forte e lottatore. Commisson de’ Commissoni nell’intervallo è sceso negli spogliatoi a congratularsi. Secondo tempo: l’Atalanta manda in campo il Settimo Cavalleggeri, c’è da salvare la patria, vincere o morire. Difatti Gomez e Ilicic cominciano a fare il diavolo a quattro fino al pareggio. Temevo ormai il peggio, come tutto lo stadio, ovvio. Commisson de’ Commissoni era lì, si vedeva, occhi sgranati e pensiero agli antenati calabresi: la grazia, la grazia.

E la grazia arrivò che nemmeno lui ci credeva. Domenica con la Spal un brodino, oggi un brodone, anzi un minestrone. Un’iniezione disumana di fiducia per una vittoria che in Coppa Italia punisce i favoriti e manda avanti i viola al prossimo appuntamento con l’Inter. Sabato replica con il Napoli per il campionato. Forse siamo alla svolta. Forse.

Foto: Gaetano Castrovilli

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