Maledizione è una parola troppo grossa, soprattutto quando si parla di sport. Diciamo allora che in Coppa Italia la Fiorentina ha il destino segnato .Da troppi anni tutto congiura contro i viola.Il massimo è stato raggiunto contro la Roma, con i tre pali colpiti a portiere battuto. La delusione è difficile da smaltire, tenendo conto che quella di ieri è la terza sconfitta consecutiva dopo la ripresa dell’attività e che alla vigilia la sfida con i giallorossi di Zeman sembrava l’occasione ideale per raggiungere il traguardo delle semifinali.La Roma si è presentata a Firenze in condizioni di forma tutt’altro che esaltanti e con l’attacco privo di tutti e tre i titolari. In particolare si pensava che, come era accaduto tre giorni prima a Catania in campionato, l’assenza di Totti (che da solo vale mezza squadra) avrebbe avuto un peso determinante sul rendimento dei giallorossi. Purtroppo la Fiorentina non ha saputo approfittarne e sarebbe un grosso errore chiamare in causa soltanto la sfortuna. Diversi giocatori mandati in campo da Montella hanno dimostrato di essere l’ombra di sé stessi e hanno commesso errori decisivi.Parliamo in particolare di due difensori (Tomovic e Gonzalo Rodriguez ) e di due attaccanti (Toni e Jovetic). Tomovic e Gonzalo hanno regalato alla Roma alcuni palloni da gol e bisogna ringraziare gli avversari che non hanno saputo sfruttarle (cosa che non sarebbe accaduta se in campo ci fossero stati Totti, Osvaldo e Lamela) e la bravura di Neto in una difficilissima situazione. Toni e Jovetic, da parte loro, hanno confermato di attraversare un momento disgraziatissimo e ancora una volta la Fiorentina ha dovuto ricorrere ai giocatori degli altri reparti per rendersi pericolosa. I legni sono stati colpiti nell’ordine da Aquilani, Borja Valero e Cuadrado che hanno dovuto sostituirsi alle punte nell’area di rigore avversaria. E non è sicuramente la prima volta che accade.
La sconfitta con la Roma, insomma, deve far meditare sia Montella, sia i dirigenti ancora impegnati nel calciomercato. Non ci si può limitare a Rossi (indisponibile,come tutti sappiamo, ancora per due mesi abbondanti), a Vecino (che potrà essere utilizzato salvo miracoli soltanto nella prossima stagione) e a Larrondo (ex riserva del Siena, dal quale nessuno può pretendere miracoli). Occorrono altre forze nuove, ma che siano -come sostiene giustamente Montella – giocatori utili da subito per coprire le lacune emerse negli ultimi tempi. Sembra un ritornello, ma il rimpianto per il mancato arrivo di Di Natale continua a pesare come un macigno nell’ambiente viola. Da controllare anche ciò che accade nello spogliatoio se è vero che la “retrocessione” fra le riserve di Roncaglia e Viviano potrebbe aver creato qualche problema.
Il riscatto deve essere immediato, ma si tratta di un’impresa difficilissima, visto che domenica, nell’anticipo dell’ora di pranzo, sarà uno squadrone come il Napoli di Cavani a giocare al Franchi,che non sembra più la fortezza inviolabile del girone d’andata.Un altro risultato negativo potrebbe compromettere il ritorno in Europa, al quale la Fiorentina puntava soprattutto in Coppa Italia. E’ andata male, ma non ci si deve limitare a piangere sul latte versato e sulla sfortuna.Occorre rivedere la squadra vista fino a dicembre inoltrato, a costo di sacrificare qualcosa allo spettacolo. Lo ha fatto Zeman a Firenze, può farlo anche Montella in una situazione come quella che si è creata dopo le tre sconfitte consecutive di gennaio.
Raffaello Paloscia