Precipita la situazione del gruppo Coopsette di Castelnovo Sotto. Si profila all’orizzonte l’ipotesi quanto mai concreta della liquidazione coatta da parte del Ministero. Lo ha detto il presidente della cooperativa di Castelnovo Sotto, Fabrizio Davoli (nella foto di home page), nel corso di un summit convocato dal presidente della Provincia Giammaria Manghi con i sindaci di Castelnovo Sotto Maurizio Bottazzi e di Cadelbosco Tania Tellini, presenti i primi cittadini di Campegine Paolo Cervi e di Gattatico Gianni Maiola. Davoli ha detto chiaro che al momento “non può escludere la liquidazione coatta amministrativa”. Ciò significa che la strada del secondo concordato è stata di fatto un’opzione disperata. Coopsette dovrebbe presentare entro il 25 ottobre il suo piano industriale alla sezione fallimentare del Tribunale di Reggio Emilia, ma evidentemente sono insorti problemi che, a meno di colpi di scena in queste ore, insormontabili. In un mese sarebbe la seconda grande coopertiva, dopo Open.Co (ex Cormo di San Martino in Rio) a finire in liquidazione coatta.
I commissari giudiziali avrebbero deciso di non avvallare il piano industriale preparato da Coopsette, che comunque prevede sacrifici enormi per i lavoratori (circa 250 sulla strada del licenziamento) e di fatto la fine della storia della cooperativa, travolta da debiti si dice per 700 milioni di euro con la vendita a pezzi dei vari rami d’azienda e il trasferimento delle costruzioni in capo alla newco Atikram, poi destinata a entrare in Sicrea Group, la società generata dal sistema Legacoop per assorbire i cantieri delle cooperative collassate come Cmr, Orion, CdC di Modena e ora Coopsette.
La buona notizia è che si sarebbe fatto avanti un acquirente per le attività edilizie da trasferire in Atikram e che la liquidazione coatta non dovrebbe bloccare la cessione del ramo ferroviario alla Margaritelli di Perugia. Invece un grosso punto interrogativo grava sui dieci milioni di prestito sociale congelati da due anni, e che sono in capo in gran parte ai soci pensionati: ma la liquidazione coatta potrebbe costituire un quadro più favorevole rispetto al concordato, perchè la legge, se non è cambiata, dovrebbe garantire il rimborso di almeno il 30% del prestito sociale, quindi con un privilegio rispetto ad altre categorie di creditori. Ma si dovrà pur sempre fare i conti con le risorse disponibili.
Rinviato a lunedì l’incontro informativo con i sindacati, segno che una decisione sulla liquidazione coatta potrebbe essere questione di ore. In un modo o nell’altro il nodo occupazionale sarà drammatico: anche la Regione è alla finestra, l’assessore Palma Costi convocherà “un tavolo” solo dopo le decisioni sulla procedura e sul piano industriale.