Irene, Duccio e Francesco sono solo alcuni dei dipendenti della Cooperativa sociale Di Vittorio che venerdì prossimo, 15 febbraio, incroceranno le braccia per protestare contro l'applicazione dell'ultimo accordo sindacale, firmato dalla cooperativa con Cgil, Cisl e Uil, peggiorativo sia per i lavoratori sia per gli utenti assisti: anziani, invalidi, adulti in difficoltà, bambini e persone con problemi psichici. Irene è un'operatrice all'Albergo Popolare, Duccio fa assistenza domiciliare agli anziani e disabili, e Francesco aiuta i bambini disabili a socializzare e integrarsi nell'ambiente scolastico. Servizi fondamentali di assistenza, insomma, che rischiano di essere ridotti e peggiorare di qualità: “Io ad esempio faccio i turni, mattina, pomeriggio e la notte, di 12 ore,- spiega Irene- e con l'applicazione del nuovo accordo, ho lavorato 11 giorni di seguito senza un giorno di riposo. E questo, inevitabilmente, intacca anche la qualità della prestazione lavorativa”.
“Nelle strutture dell'Albergo Popolare non vengono concessi né i riposi settimanali né quelli compensativi- chiarisce Stefano Cecchi, dell'Usb– ma il vero meccanismo infernale è quello della 'banca ore': se un mese lavori 10 ore in più, e il mese dopo10 in meno, per la cooperativa la differenza è zero. Invece, il contratto collettivo nazionale prevede che la metà degli straordinari (in questo caso 5), ti venga pagato subito come straordinario, con una maggiorazione del 27%, e le altre ore vadano a confluire nella banca ore. Con questo accordo, chiamato furbescamente 'mensilizzazione', fanno credere che con la banca ore ti paghino tutti i mesi la stessa cifra, ma di fatto non è così”.
Irene precisa: “Il nostro contratto prevede 38 ore di lavoro a settimana, ma nella pratica capita di lavorarne molte di più alcune settimane, soprattutto quando c'è da fronteggiare qualche emergenza o situazione difficile, e altre che ne lavori meno. Ma è normale con un tipo di lavoro come il nostro”. Ma c'è di più secondo l'Usb: “Può capitare che la cooperativa ti chieda indietro dei soldi, perchè secondo loro il lavoratore è a debito ore. In realtà, è la cooperativa che non concede le ore che spettano per contratto, non rispettando nemmeno i contratti individuali”. “Ad un mio collega, hanno decurtato lo stipendio di 400 euro, perchè era a debito ore – puntualizza ancora Irene- E le nostre retribuzioni non sono certo alte: si oscilla dai 700 ai 1000 mensili”. Va ancora peggio per chi fa assistenza domiciliare: “Io mi devo anche pagare la benzina per andare da un utente all'altro- spiega Duccio- Il rimborso previsto è infatti solo di 30 euro al mese, così tiro fuori di tasca mia oltre 200 euro”. Duccio deve infatti coprire quasi tutti i quartieri di Firenze, e può capitare di dover andare da una parte all'altra della città, più volte al giorno. “E poi c'è il problema delle ore di buco non retribuite, tra un utente e l'altro– conclude Duccio- Così può capitare che per lavorare 6 ore , stai fuori casa dalle 7 di mattina fino alle 7 di sera”.
L'Unione Sindacale di Base dà quindi appuntamento a tutti i lavoratori per venerdì 15 febbraio, in via Aretina 332, davanti alla sede della cooperativa, dalle 10 alle 12, per lo sciopero provinciale al grido di “Noi il debito (orario e non solo) non lo paghiamo!”.