Coop Alleanza 3.0: bilancio in positivo ma con criticità

Oltre 6 milioni e mezzo in positivo nella bozza di bilancio 2016 della grande coop di consumo in vista delle assemblee dei soci. Ma il valore della produzione è inferiore al costo della stessa (vendite in calo del 2,4%). Torna l’ipotesi di una nuova maxi superficie di vendita nell’area nord mentre il settore informativo (Comunicare) perde 950mila euro (in diminuzione)

Si chiude con un bilancio in positivo per 6 milioni e 618mila euro il 2016 di Alleanza 3.0, la grande coop di consumo nata dalla fusione di Nordest, Estense e Adriatica. Ma non manca qualche elemento critico, stando a quanto i legge nella bozza di bilancio 2016 della coop: un documento approvato dal consiglio di amministrazione il 12 maggio scorso e ora pubblicato sul sito ufficiale della società in attesa dell’approvazione da parte delle assemblee dei soci. Dal Conto Economico si evince subito un dato interessante: il totale del valore della produzione, 4 miliardi e 98 milioni, è inferiore rispetto ai costi della produzione: significa che l’attività caratteristica di Coop Alleanza 3.0 produce una perdita, quantificata in 94 milioni di euro. A riportare in attivo i conti pensa la voce ‘totale proventi e oneri finanziari’, con un attivo di ben 197 milioni e 959mila euro. Insomma, il bilancio presenta numeri complessivamente positivi, ma per i manager (alla guida il presidente Adriano Turrini, uno dei tre amministratori delegati è il reggiano Paolo Cattabiani) non mancano gli elementi di riflessione. Tanto che il piano industriale 2017 – 2019, per come sintetizzato nel bilancio, parte proprio da questo punto: “Le azioni del Piano mirano ad una profonda trasformazione della gestione caratteristica, con l’obiettivo prioritario di accrescere con grande intensità vendite e redditività del core business nei prossimi di tre anni”.

Quello delle vendite è in effetti un tasto dolente per Coop Alleanza 3.0: “Nel 2016 Coop Alleanza 3.0 – si legge nel bilancio – registra, a rete totale, vendite in linea con quelle dell’anno precedente (-0,15%) mentre a rete omogenea (cioè sulla rete comparabile con quella del 2015, al netto delle acquisizioni, ndr) presenta un calo delle vendite più consistente (-2,4%). Il territorio di Reggio Emilia e la macroarea del Friuli Veneto sono le uniche a mostrare variazioni positive delle vendite a rete totale, per effetto d’incremento rete (apertura Baragalla nel 2015, acquisizioni ex Coop Operaie nel 2015 , acquisizioni ex Coop Ca ed ex Billa nel 2016). A rete omogenea tutte le macroaree e i territori registrano una flessione sull’anno precedente, eccetto Bologna Ovest che risulta in linea”.

Scorrendo il bilancio, l’occhio non può non soffermarsi sulle partecipate. E qui emerge qualche notizia, di cui una particolarmente importante. Aurora srl è la società proprietaria di “un compendio immobiliare di oltre 208mila metri quadri a Reggio Emilia, sul quale la cooperativa sta valutando un piano di sviluppo commerciale che potrebbe realizzarsi negli anni futuri”. Siamo in piena area nord e i terreni sono quelli esattamente di fronte alle Fiere: si riaffaccia l’ipotesi di una nuova maxi superficie di vendita, trainata dalla vicinanza a casello e Mediopadana? L’ipotesi sembra concreta ed è destinata a suscitare qualche polemica, visto che su quell’area sono molti i riflettori puntati e molti gli appetiti. Per ora l’investimento in quella zona per la Coop è stata un bagno di sangue: nel 2015 il valore di questa partecipazione fu pesantemente svalutato, Aurora chiuse con un bilancio in passivo di ben 24 milioni di euro, che zavorrarono i conti di Nordest, costringendola a chiudere a sua storia con un pesante passivo. Il 2016 si è chiuso comunque in rosso, per 1 milione e 346mila euro.

Ma ci sono anche altre partecipate di area emiliana a chiudere con i conti in negativo. Refincoop ha chiuso il 2016 in perdita per 635mila euro; Immobiliare Nordest con una perdita di 83mila euro; Comunicare spa (settore televisivo con Telereggio) ha chiuso con una perdita di 954mila euro, in diminuzione rispetto al 2015; Nuova Planetario con un rosso di 665mila euro. Molto peggio, tra le imprese controllate, hanno fatto Distribuzione Roma (passivo da 19 milioni) e coop Sicilia spa (rosso di 18 milioni).

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