Firenze – Dati personali, la loro tutela è argomento di dibattito tanto più in un periodo in cui l’uso di strumenti informatici sempre più raffinati restringono in modo impressionante le limitazioni all’accesso delle informaziooni, anche e soprattutto private. Tema ancora più delicato quando il focus si porta sulle indagini svolte dagli investigatori privati, ovvero di quei professionisti “in possesso dei prescritti requisiti di legge, muniti di apposita licenza rilasciata dai Prefetti delle singole Province Italiane”, come al primo punto dello statuto dell’associazione, la Federpol, punto di riferimento di tutti gli Investigatori Privati Italiani, che ha organizzato il convegno nazionale tenutosi oggi 29 ottobre a Firenze, presso l’Auditorium della Camera di Commercio, dal titolo “La tutela dei dati personali nelle indagini aziendali, civili e penali”.
Un giornata di studio e confronto con i maggiori esperti del settore che ha visto anche la presenza del Componente dell’Autorità del Garante per la protezione dei dati personali Dott. Guido Scorza. Molti gli aspetti che sono stati trattati durante il convegno dalla protezione dei dati personali, alle indagini ed alla tutela dei marchi e brevetti ed a tutte le problematiche che gli investigatori privati devono affrontare nello svolgimento del loro lavoro.
“Abbiamo parlato di dati personali – ha affermato il presidente nazionale di Federpol Luciano Tommaso Ponzi – abbiamo avuto un bellissimo intervento del dottor Guido Scorza componente dell’Autorità del Garante per la protezione dei dati personali che ha avuto delle grandi prerogative ha aperto dei ventagli di possibilità per noi investigatori privati per operare in determinati ambiti con più facilità sempre nel rispetto di un interesse superiore alla verità e giustizia”.
Per quanto riguarda il trattamento dei dati personali, l’intervento di Alberto Paoletti delegato nazionale privacy e membro del Comitato legislativo Federpol ha sottolineato la criticità di alcune norme sul trattamento dei dati personali che limitano il lavoro degli investigatori privati. “Vorrei doverosamente ricordare – si legge nell’intervento di Paoletti – che l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali è stata la prima in Europa a varare nell’ormai lontano 2008, grazie alla determinazione dell’allora segretario generale Giovanni Buttarelli, poi Garante Europeo scomparso purtroppo pochi anni fa, e promuovere un codice deontologico privacy per avvocati ed investigatori privati, unico in Europa”.
E’ stata anche un’occasione anche per sottolineare nuovamente la funzione sociale dell’investigatore privato, il suo apporto nelle indagini in contrasto alle frodi assicurative ed a sostegno della difesa nei processi.
Si tratta di un settore che impiega 20 mila persone; secondo i dati raccolti dall’osservatorio statistico di Federpol nel 2019 sono 1.898 i titolari di licenza autorizzati per la direzione degli Istituti per le Investigazioni Private, per le informazioni e per la sicurezza. Dati profondamente cambiati in questo 2021 durante l’emergenza sanitaria in atto. Secondo una prima ricostruzione ci sarebbero tra le 300 e le 400 licenze in meno nel nostro paese. Questo sarebbe dovuto a due fattori; in primo luogo, come è successo per molti settori, l’impatto della pandemia, con i decessi che hanno colpito molti titolari di licenza; i secondo luogo e consequenzialmente al primo, la crisi economica, che ha incentivato le cessazioni delle attività con la relativa restituzione della licenza per operare. Vi è anche un terzo fattore, vale a dire il ricambio generazionale, che spesso è una variabile positiva, in quanto gli attuali titolari di licenza hanno delle basi formative sicuramente più importanti rispetto al passato, anche se nel settore è fondamentale l’esperienza acquisita sul campo.