Contrordine, vietato sciare! Tante proteste per la “non riapertura” degli impianti di risalita (annunciata per oggi e poi annullata last minute). “Ristori subito”

Stupore e delusione, anche in Emilia-Romagna, per la “non riapertura” delle stazioni invernali (quindi degli impianti di risalita) annunciata per oggi e poi annullata last minute. Confcommercio Reggio: “Decisione senza preavviso e dannosa, il governo cambi passo”. In Regione protestano sia il presidente della Regione Bonaccini sia i gruppi di opposizione. Tutti d’accordo nel chiedere al governo immediati e sostanziosi ristori per un settore già duramente colpito

Stupore e delusione, anche in Emilia-Romagna, per la “non riapertura” delle stazioni invernali (quindi degli impianti di risalita) annunciata per oggi e poi annullata last minute.

Confcommercio Reggio: “Decisione senza preavviso e dannosa, il governo cambi passo”. In Regione protestano sia il presidente della Regione Bonaccini sia i gruppi di opposizione.

LA NOTA DI CONFCOMMERCIO REGGIO
“Il Ministero della Salute ha reso noto ieri che le attività sciistiche amatoriali rimarranno chiuse fino al 5 marzo e che il Governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori. La decisione incide anche sulle tre stazioni sciistiche dell’Appennino reggiano: Cerreto Laghi, Febbio e Ventasso.
«Non si entra nel merito delle decisioni sulla salute pubblica – commenta il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia, Davide Massarini – ma sulla modalità con cui si continua, nonostante i nostri incessanti richiami al Governo, a trattare le imprese come se fossero un interruttore da accendere o spegnere all’occorrenza. Bisogna che il ministro Speranza ci ascolti. Gestendo con queste tempistiche le decisioni sulle aperture e chiusure delle attività si crea un danno economico maggiore. Gli impianti sciistici hanno investito e assunto persone, così come gli alberghi. Stessa cosa che era avvenuta per i pubblici esercizi in occasione delle festività. Queste attività si preparano e investono per aprire e lo fanno in un momento in cui davvero le risorse scarseggiano e i ristori sono stati inadeguati».
«No, così non va!», conclude Davide Massarini. «Ci auguriamo davvero il nuovo Governo cambi passo nella gestione sia per la tenuta economica sia per quella sociale. Che ci sia una complicata emergenza in corso ne abbiamo tutti coscienza, ma serve pragmatismo: le scelte last minute non fanno che aggravare su tutti i fronti questa situazione».

LE REAZIONI ALLO STOP DAL MONTE CIMONE

IL POST DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE BONACCINI
“Non posso non esprimere stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a pochissime ore dalla annunciata e condivisa ripartenza per domani. Solo una settimana fa il Cts nazionale aveva validato la riapertura di queste attività in zona gialla attraverso linee guida molto stringenti, formulate dalle Regioni in accordo coi gestori e secondo le indicazioni degli stessi tecnici. Così come siamo stati noi presidenti a condividere di bloccare gli spostamenti tra regioni (anche in zona gialla) anche per le prossime settimane. Poi, in queste ore, abbiamo assistito ad un cambio repentino di orientamento da parte del Cts, che spiazza totalmente i gestori degli impianti e quanti avevano già prenotato.
Non mi sono mai permesso di sindacare le misure per contenere i contagi, perché il contrasto dell’epidemia era e resta la priorità assoluta; ma cambiare le regole all’ultimo minuto, apprendendolo peraltro dalle agenzie di stampa, è un danno enorme per gli operatori economici, che hanno già visto saltare il grosso della stagione invernale e si erano preparati con pazienza e sacrificio alla giornata di domani. Le regole si rispettano, ci mancherebbe altro, ma ora servono subito aiuti economici concreti e immediati“.

“RISTORI IMMEDIATI”
“Uno stanziamento straordinario “che sia pari almeno all’80% delle perdite subìte nell’intera stagione invernale 2020/2021, per tutto il comparto del turismo invernale”. Lo chiede Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) a poche ore dalla proroga al prossimo 6 marzo dell’avvio della stagione invernale decisa dal ministro Speranza.
L’esponente di Fratelli d’Italia raccomanda che la Regione, “assieme alla Conferenza delle Regioni, sostenga presso il governo nazionale ogni misura possibile per sostenere tale comparto e avere quantomeno la possibilità di salvare la maggioranza dei comprensori che rischiano di scomparire senza contributi a fondo perduto in percentuale non inferiore all’80% del fatturato dell’intera stagione invernale 2020/2021, da calcolare sull’importo medio dei fatturati degli ultimi 3 anni”. Tagliaferri chiede infine che la Regione si schieri dalla parte degli imprenditori del settore sciistico “sostenendo ogni azione legale che questi soggetti potranno promuovere contro la decisione del ministro Speranza, poiché lo stop da parte del ministro della Salute è stato oltremodo tardivo”.

I PARLAMENTARI EMILIANI DEL M5S
“Con la chiusura degli impianti sciistici il turismo della montagna è uno dei settori maggiormente penalizzati dalla pandemia. A causa della decisione di posticipare la riapertura degli impianti, moltissime imprese che attendevano la data del 15 febbraio per riaprire le attività, dovranno attendere ancora, ed è quindi urgente un intervento tempestivo che garantisca loro dei ristori celeri e adeguati. Pensiamo per esempio a località della nostra provincia come Cerreto Laghi: il prolungarsi della chiusura degli impianti in assenza di aiuti sarebbe un dramma economico”, sostengono in una nota i parlamentari emiliani del M5S Davide Zanichelli, Maria Edera Spadoni, Maria Laura Mantovani e Gabriele Lanzi.
“L’imprenditoria montana è una risorsa fondamentale per il nostro Paese e in questi mesi abbiamo incontrato e fatto nostre le istanze di tutte le associazioni di categoria dei territori. Sostenere tutte queste imprese e i lavoratori che ne fanno parte è una delle prime azioni che l’esecutivo deve compiere e in tal senso auspichiamo che vengano accolte le nostre proposte. Il nuovo governo Draghi metta da parte le indecisioni e i dubbi sul ricorso ai ristori, che non può essere interpretato come assistenzialismo ma come sacrosanto aiuto in tempi di pandemia”, concludono gli esponenti pentastellati.

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