Non c’è bisogno di citare l’inflazionato libro del gen.Vannacci, dalla sfumature assai discutibili, per far trillare un campanello d’allarme. Probabilmente il o uno dei punti apicali delle trasformazioni socio-culturali in atto, specie nell’ambito dei rapporti tra i sessi ma più in generale della capacità di distinzione tra un presunto reato ed un atteggiamento seppur discutibilissimo e vuoi anche rimarchevole, è stato toccato dal famoso bacio rubato (metà su un labbro, in parte sulla guancia) che l’ormai ex presidente della Federcalcio iberica Rubiales ha stampato sul volto della calciatrice Hermoso dopo la vittoria della Spagna ai mondiali di calcio femminile .
Probabilmente spinto dall’euforia ed assai poco lucido dato l’entusiasmo del momento, il capoccia che fu della federazione calcio femminile di quel Paese ha compiuto il gesto “verticistico e machista” davanti alle telecamere di mezzo mondo. Dopo alcune ore di sospensione attonita del giudizio in cui il circo mediatico non sapeva che pesci pigliare di fronte a cotanta violazione del bon ton e della dignità umana, ecco calare come una mannaia irrevocabile l’implacabile verdetto: alla faccia del famigerato sangre caliente degli spagnoli, quel bacio avrebbe dovuto essere preso d’esempio assoluto del tentativo di imporre una superiorità virile, alias patriarcale tout court, su quello femminile. Con l’aggravante della presunta umiliazione mondiale della calciatrice sottoposta ad opera del padrone sbaciucchiatore.
Una canea esplosa con una virulenza tale da mettere in serio pericolo la vita stessa del baciatore furtivo quanto esibizionista. E così quella che fino a pochi anni fa si sarebbe potuta definire tranquillamente una “cazzata”, certo censurabile e da non prendere ad esempio, è divenuta l’emblema stesso del male atavico che, fin dalle civiltà ancestrali, il mondo occidentale si porta appresso. Il tentativo di sopruso di un sesso (teoricamente quello più “forte”) sull’altro (sempre teoricamente quello più “debole”). Con buona pace del contesto, della gravità del fatto stesso, delle oggettive conseguenze sulla “vittima” (in sostanza nessuna), dei diritti civili ed umani dell’individuo ed, in ultima analisi, dello stesso buon senso.
Una questione di centimetri e la tua vita oggi cambia radicalmente: fosse stato schioccato del tutto sulle gote, il fiume commendevole avrebbe sì travolto il Rubiales di turno ma limitandosi forse solo alla devastazione descrittiva del potenziale violentatore moderno e non alla richiesta della sua testa, da molte femministe totali e radicali pure in senso letterale. Nel senso specifico che squadroni più neri (di bile) che rosa di donne imbestialite lo vorrebbero morto. E’ tutto un sottile equilibrio di sguardi che, se troppo insistenti, rasentano l’impudicizia, di sfioramenti i quali, se ritenuti eccessivamente limitrofi, sfociano in libidinosi palpeggiamenti, fors’anche di pensieri che, se troppo intensi, sono da considerarsi stupri mentali.
Secondo voi come si può definire un’organizzazione sociale che faccia sempre più combaciare (è il caso di dirlo) inestricabilmente la sensibilità mainstream di una parte seppur importante, con l’aggiornamento dei delitti e delle pene da applicare poi sul singolo soggetto? C’è un enorme rischio, per certi versi di tenuta stessa della democrazia, all’orizzonte: quello di uno Stato etico. Una sorta di anticamera (vivaddio solo a livello astratto che dalle nostre parti le lapidazioni e le mutilazioni sono ancora e solo verbali) delle teocrazie islamiche, dove il dettato religioso coincide con le leggi dello Stato.
E’ una delle derive ultime della “differenzoclastia”, ovvero la negozia quasi filosofica di qualsiasi tipo di diversità, anche le più sane ed armoniose come quelle delle creature la cui unione sola (scandita appunto da imprescindibili differenze) rappresenta il motore stesso del rispetto della natura e del progresso civile. Perché (la vogliamo dire tutta?) oggi un bacio etero a reti unificate incarna la pietra dello scandalo. E allora vai di Fedez e Rosa Chemical.
In foto: Luis Rubiales