La raccolta “porta a porta” non è ancora arrivata in centro storico, ma già monta la polemica. Nell’esagono, il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, già operativo nel resto della città, entrerà in vigore lunedì 22 ottobre, e tra residenti e operatori commerciali è partita una raccolta di firme per fermarlo. L’iniziativa è estesa anche ai non residenti perché, dicono i promotori, “parliamo del salotto buono di Reggio che deve avere l’attenzione di tutti”.
Nella petizione si chiede al sindaco Luca Vecchi di annullare il provvedimento del porta a porta in centro storico che, a detta dei promotori, porterà minore igiene e decoro, maggiori costi e più inquinamento col transito dei mezzi per la raccolta. Più di dieci anni fa, ci provò Nadia Borghi, forte di 6mila firme, a fermare il porta a porta, partito in via sperimentale a Santa Croce. Erano i tempi dell’Amministrazione Delrio. Ora ci riprovano i residenti e i commercianti del centro decisamente contrari a veder comparire davanti a negozi, ristoranti e abitazioni di pregio i contenitori e i sacchetti per la raccolta dei rifiuti.
Questione di metodo e di sostanza. “Altro che ampia comunicazione – lamenta l’architetto Giamprimo Bertoni, tra i promotori della raccolta firme -, ci è stato solo spiegato che cosa fare col nuovo sistema, ma non è stato chiesto preventivamente il nostro parere. E’ stata imposta una decisione”. Le obiezioni nel merito del provvedimento sono numerose: “La raccolta porta a porta – spiega Bertoni – è un metodo assolutamente lento, inefficiente, molto costoso che peggiora sensibilmente l’igiene e il decoro della città. Forse sarebbe ora di smettere con quel moralismo ecologista, un po’ ipocrita, che ci vuole inculcare il senso di colpa, facendoci sentire inquinatori per il semplice fatto di produrre rifiuti. Questi, se opportunamente trattati, sono una risorsa economica sia sotto forma di materie prime sia come risorsa energetica. Per poter avere tali benefici devono essere fatti investimenti sotto forma di termovalorizzatori e di centri di trattamento del rifiuto. In assenza di tali investimenti la soluzione più economica è quella di ‘delegare’ il lavoro ai cittadini sfruttando il loro tempo e creando loro disagio”.
E ancora: “L’importo che ogni cittadino paga a Reggio per lo smaltimento rifiuti – prosegue Bertoni – è molto elevato e calcolato con artifici abbastanza indecifrabili. Tale importo, a buon senso, dovrebbe servire anche a creare condizioni sempre migliori per gli utenti che, invece, a fronte di aumenti inesorabilmente costanti, alla fine si trovano nelle condizioni di vedere peggiorata la propria qualità di vita. Chi doveva fare investimenti per il trattamento dei rifiuti, non l’ha fatto, privilegiando forse altri investimenti e creando al contempo uno stato di necessità che oggi ricade sui cittadini”.