Firenze – Il bando ordinario per i contributi affitto uscito ieri 16 novembre, contiene una norma che ha un sapore ironico, se non di beffa: si tratta dell’art. 7 del sunnominato bando, che recita, al comma 1: “La graduatoria provvisoria degli ammessi e l’elenco provvisorio degli esclusi verranno pubblicati
per 15 giorni all’Albo Pretorio e sul sito del Comune entro il 31 dicembre 2021”. Mettiamo in evidenza che il suddetto bando ha termine il 16 dicembre alle ore 14.00. Dunque, i tempi sono strettissimi. Al secondo comma: “Sarà possibile presentare integrazioni documentali avverso la graduatoria provvisoria degli
ammessi e l’elenco provvisorio degli esclusi per un periodo di 7 giorni dal giorno successivo alla data della pubblicazione, seguendo l’apposita procedura on line sul sito del Comune di Firenze. La chiusura del termine di presentazione delle Integrazioni Documentali è perentorio”. Tradotto: l’utente ha tempo, dall’uscita della graduatoria provvisoria, 7 giorni per produrre integrazioni o avviare ricorsi. Sette giorni, ovvero un termine del tutto incongruo, visto innanzitutto la necessità di venire a conoscenza della propria situazione e poi quella di eventualmente produrre la documentazione mancante o addirittura ravvisare gli estremi per il ricorso. Tutto ciò, va integrato col comma 3: “Il Comune di Firenze non invierà comunicazioni personali ai soggetti richiedenti il contributo; i provvedimenti relativamente alle ammissioni e alle esclusioni saranno pubblicati all’Albo Pretorio online e sulla pagina istituzionale del Comune dedicata al contributo affitto ordinario (…).”.
Ricapitoliamo: nel termine di qualcosa meno di 15 giorni, l’ufficio casa deve produrre una graduatoria provvisoria. Nel termine di 7 giorni dalla stessa, i cittadini devono capire se e come integrare la domanda o far ricorso alla loro esculsione; in tutto ciò, nessuna forma di pubblicità straordinaria da parte del Comune di Firenze, ma solo ed esclusivamente l’uso dell’online. Escluse comunicazioni personali.
Ricordiamo che per un motivo molto simile, ovvero i “soli” dieci giorni concessi per le istruttorie delle domande del contributo affitto straordinario per covid con fondi europei sollevarono una salva di polemiche proprio per la brevità dei tempi concessi agli utenti per far ricorso o integrare la domanda. Qualcuno si spinse anche a dire che, visto che la brevità dei tempi era dovuta a una questione che riguardava lo scorporo del reddito di cittadinanza dal contributo, il male era necessario, magari si sarebbe poi risolto con il contributo ordinario. Infatti, i tempi per i ricorsi sono addirittura diventati meno: 7 giorni invece di dieci.
Dalla Regione, che preme sui Comuni in quanto deve rendicontare al Ministero entro la fine dell’anno, sembra sia in corso un tentativo di allungare i tempi per dare la possibilità ai Comuni di prendere fiato. Ma ad oggi, il problema rimane, come fa fede il bando che si è aperto ieri. In altre parole, il meccanismo come spiegano anche dagli uffici comunali, è che il ritardo nell’interpretazione dello scorporo del reddito di cittadinanza, che proviene dall’Inps, avrebbe accorciato tutti i tempi, comprimendo in modo paradossale anche quello del diritto del cittadino alla tutela. Inoltre, come sottolineano i sindacati di base, si rischia anche di andare contro i principi generali dell’ordinamento amministrativo, per cui prima di rigettare la domanda, la PA deve inviare una comunicazione al cittadino che ha 10 giorni di tempo per decidere il da farsi. Sempre tenendo per fermo un punto che non è per niente certo, ovvero la dimestichezza di tutti i cittadini con gli strumenti telematici.
“Non solo il Comune di Firenze, ma tutti i Comuni stanno uscendo in ritardo con questo bando di contributo affitto ordinario. Pur nella consapevolezza che i dati necessari alla Regione sono stati comunicati tardi dall’Inps, producendo a valanga un ritardo sui Comuni – commenta Laura Grandi, segretaria regionale del Sunia – pensiamo sia meglio ritardare i tempi dell’invio della rendicontazione, ovvero procrastinare i tempi per dare la possibilità ai Comuni di fare istruttorie più lunghe. Faccio notare che i contributi stessi arriveranno in ritardo col rischio evidente di aumentare le morosità, mentre dall’altro lato si leva la possibilità alle persone di sanare situazioni che possono essere sanate, o di procedere a ricorsi giustificati. Insomma, chiediamo di prorastinare i tempi di almeno 30 giorni”.
“Si tratta di capire come faranno le persone che avranno ncessità di interare documentazioni a farlo in tempi così ridotti – dice Giuseppe Cazzato, Cobas – dal momento che l’intero procedimento è solo online, comprese le comunicazioni, che comunque non sono ad personam, quindi non sono immediatamente conoscibili dal cittadino. Forse si pensa che tutti i cittadini cui si rivolge il bando siano abili utilizzatori delle tecnologie telematiche. Il bando, non essendo che online e richiedendo documenti necessari, pena l’esclusione, pone molti problemi alla stragrande maggioranza degli utenti. Il digital divide, problema ben conosciuto, dovrebbe condurre la PA ad accompagnare l’utenza, specie quando la platea degli stessi comprende persone anziane e fragili, evitando di utilizzare termini perentori e ridotti, scaricando sull’utenza le sue inefficenze e i suoi ritardi. Tirando le fila, pensiamo serva una presa di posizione pubblica, che ponga il problema al governo per un eventuale allungamento dei tempi”.
Non giungono voci tranquillizzanti neanche dall’Ufficio Casa del Comune, che, come denunciano da mesi i dipendenti, sono sotto organico e non godono di grande organizzazione. “Parlando da cittadini – dicono – faremo ovviamente utto il possibile per riuscire a rispettare i tempi e a dare il massimo servizio”. Certo, ma il probema, come rappresenta qualcuno, è che l’intero ufficio potrebbe essere bloccato sulle domande per i contributi, in una corsa disperata per rispettare i tempi. Il che significa anche che, come dicono altri fuori dal Palazzo, per salvaguardare la tempisitca si potrebbe arrivare a non guardar troppo per il sottile. Cosa significa? O tutti dentro o tutti fuori, o almeno, se non fuori, in molti fuori.
“In tutta questa serie di ritardi – conclude il segretario regionale dell’Unione Inquilini Pietro Pierri – chi ci va di mezzo sono sempre le persone, penalizzate da termini del tutto irrazionali, non previsti da nessuna normativa cogente, in un periodo in cui stiamo ancora fronteggiando emergenze abitative aggravate dalla pandemia in corso. Termini che non consentono oggettivamente ricorsi o integrazioni che servano a sanare situazioni del tutto sanabili. A furia di ritardi istituzionali, si finisce per ridurre sempre più i termini necessari per le opposizoni degli utenti: si è passati dai 10 giorni del contributo affitti straordinario, ai 7 di quello ordinario. Si passerà, per il prossimo, alle 24h?…”. Anche per l’Unione Inquilini la richiesta è quella di avere una posizione ufficiale da parte delle istituzioni coinvolte per sollecitare l’allungamento dei tempi da parte ministeriale.