Siccità, investimento pubblico per realizzare invasi

Agricoltura a secco, dalla Regione Emilia-Romagna arrivano 18 milioni in due bandi per imprese e bonifiche.

Nuovi invasi per lo stoccaggio dell’acqua piovana per garantire alle aziende agricole adeguate riserve idriche per l’irrigazione dei campi anche in caso di prolungata scarsità di precipitazioni, allontanando così lo spettro della siccità. Dopo l’estate 2017, che passerà agli annali come una delle più torride e avare di piogge di sempre, la Regione Emilia-Romagna investe sul potenziamento delle infrastrutture irrigue al servizio dell’agricoltura mettendo sul piatto 18 milioni di euro per incentivare la realizzazione e/o l’ampliamento di bacini di raccolta dell’’oro blu’ ad uso irriguo di piccole e medie dimensioni.

Lo fa attraverso due distinti bandi del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020, rivolti rispettivamente a consorzi tra imprese agricole e ai consorzi di bonifica, approvati nei giorni scorsi dalla giunta regionale. I due bandi, gli interventi e l’importo dei progetti Il primo dei due bandi, che stanzia oltre 7,9 milioni di euro, vede dunque come beneficiari i consorzi costituiti da aziende agricole, per la realizzazione di invasi di capacità compresa tra i 50mila e i 250mila metri cubi. Quanto alla dimensione finanziaria, i progetti di investimento possono oscillare da un minimo di 100mila ad un massimo di 1,2 milioni di euro.

Per il secondo bando, rivolto agli enti di bonifica, la capacità di stoccaggio dei bacini è invece fissata tra i 100mila e i 250mila metri cubi, mentre l’importo dei progetti è più alto e può variare tra i 500mila e 1,5 milioni di euro. Gli invasi possono sorgere anche in ex cave e devono essere realizzati nel rispetto della normativa sulla valutazione di impatto ambientale e sull’aggiudicazione degli appalti pubblici. Va precisato che il limite massimo dei 250mila metri cubi è dettato dalla normativa nazionale. Per bacini di dimensioni più grandi i bandi sono gestiti direttamente dal ministero delle Politiche agricole, con risorse nazionali.

I finanziamenti regionali sono erogati a copertura dei costi di realizzazione dei progetti. Tra le spese ammissibili rientrano anche quelle sostenute per le opere di distribuzione in pressione dell’acqua, i lavori accessori (recinzioni, cancelli, scalette di risalita, cartelli, ecc.), i sistemi per la gestione della rete idrica, nonché i costi di progettazione e per la realizzazione di studi di fattibilità, entro il limite del 10%. Nel caso di interventi realizzati dai consorzi di bonifica sono altresì ammissibili le spese per l’acquisto dei terreni, comprese le indennità di esproprio per pubblica utilità, entro il tetto del 10% del costo totale del progetto. L’aiuto finanziario consiste nel primo caso nell’erogazione di un contributo del 60% sul totale delle spese documentate, percentuale che sale al 100% per il secondo bando rivolto ai consorzi di bonifica.

Per dimostrare il corretto utilizzo delle risorse idriche le aziende consorziate dovranno avvalersi nella gestione delle irrigazioni di sistemi “intelligenti” di consiglio irriguo, ad esempio il servizio Irrinet lanciato dal Cer (Canale Emiliano Romagnolo), in grado di dire quando e quanto irrigare i singoli appezzamenti.

 

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