Firenze – Si è concluso il 6 luglio il bando per i contributi all’affitto del fondo straordinario europeo, occasione per dare uno sguardo ai numeri e alle fasce sociali che hanno avuto accesso al bando o lo hanno richiesto.
I dati del Sunia sono di 140 domande inoltrate a fronte di oltre 200 richieste di accesso. “Tenendo presente che questo bando era indirizzato a chi non aveva percepito il reddito di cittadinanza e che una quota che si aggira sul 30% dell persone non ha potuto farlo perché percettori di rdc, a conti fatti si può dire che abbiamo avuto circa 200 accessi – dice la segretaria regionale del Sunia Laura Grandi – tant’è vero che siamo stati con i centralini bloccati per rispondere alla gente che chiedeva informazioni”. Le spiegazioni dell’afflusso enorme cui non solo il Sunia ma anche Unione Inquilini si sono trovati a fronteggiare, al di là dell’aumento vertiginoso delle famiglie in stato di difficoltà ecnomica, vanno ricondotte anche ai tempi brevi che sono intercorsi fra annuncio, bando e sua conclusione, che non ha determinato una precisa informazione sullo stesso, facendo ritenere a molti utenti che si trattasse del bando ordinario oppure sì speciale, ma che riguardasse tutte le famiglie che avessero avuto “danni da covid”.
“Molte delle persone che si sono presentate ai nostri sportelli – dice Grandi – sono quelle che solitamente fanno domanda per il bando di contributo ordinario, in quanto negli ultimi anni il comune di Firenze, avendo incrementato il contributo con risorse proprie (oltre a quelle regionali e nazionali) ha creto una vera e propria aspettativa positiva per quanto riguarda l’erogazione del contributo. Purtroppo, come è ormai noto, il bando ordinario 2021 è fermo, e i contributi del bando 2020 non sono stati ancora erogati”. Da sottolineare che i contributi venvano solitamente corrisposti a maggio: quest’anno sono slittati a giugno, ad ora a luglio-primi di agosto, con il fondato timore che non se ne parli fino a settembre.
Uno stop che “mette in difficoltà le famiglie che soprattutto in questo anno di crisi aspettano il contributo per evitare la morosità. Quale che sia l’inghippo che si è creato – continua Grandi – il nostro auspicio è che si risolva al più presto, visto che fra le persone serpeggia non solo rabbia, ma anche paura di incorrere nella morosità e dunque nella conseguente procedura di sfratto. Tra l’altro, se è importante il bando Erp, che tutti stanno aspettando, il bando di contributo ordinario all’affitto ha un ruolo importantissimo nell’immediato, in quanto permette a molte famiglie sul limite, se erogato in tempi celeri, di evitare il definitivo tuffo verso lo sfratto con la conseguente ricaduta nell’area dell’edilizia popolare classica”. dove le attse, come ben si sa, sono proverbiali per la loro lunghezza.
La fascia sociale interessata ai contributi per l’affitto è in buona sostanza, come risulta dai dati forniti dal Sunia e dall’Unione Inquilini, formata da lavoratori poveri o diventati tali in conseguenza alla crisi da pandemia. “Questo momento è particolarmente grave – spiega Grandi – ci troviamo di fronte in assoluta maggioranza a lavoratori che si trovano in cassa integrazione o hanno subito diminuzioni dell’orario di lavoro, e che integrano la parte reddituale venuta meno con i contributi all’affitto”.
Dunque, se il bando straordinario da fondo europeo si è concluso riuscendo a coprire una platea comunque limitata (il bando da fondo europeo infatti, sottolineiamo, era per soggetti non percettori di reddito di cittadinanza), il problema generale dei bandi di contributo all’affitto e del loro sostanziale fermo sta diventando drammatico per le famiglie. Il nodo risiederebbe, secondo quanto emerso, nella impossibilità di calcolare, per scorporarla, la quota prevista nel reddito di cittadinanza per il contributo al canone. Un’operazione di incrocio dati che dovrebbe essere fatta su indicazione della Regione, che tuttavia a sua volta dovrebbe ricevere i dati dall’Inps nazionale. Cosa che, al momento, non risulterebbe essere csì semplice. La finalità di questa operazione dovrebbe essere quella di non far ricevere due volte alle famiglie soldi per contributo all’affitto.
“E’ possibile che una misura come il rdc, che dovrebbe aiutare le famiglie, diventi un ostacolo al ricevimento del contributo per l’impossibilità di scorporare dallo stesso la parte destinata all’affitto?” è l’amara riflessione della segretaria del Sunia.
“Per quanto riguarda il bando da fondo europeo straordinario che si è concluso due giorni fa e che riguardava soggetti non percettori di reddito di cittadinanza, possiamo confermare sia i numeri dell’afflusso, con centinaia di persone che si sono rivolte ai nostri sportelli – dice il segretario fiorentino dell’Unione Inquilini Pietro Pierri – sia la fascia di riferimento sociale, che è comunque quella dei cosiddetti working poors, incrementato dai numeri dovuti ai provvedimenti antipandemici e alla conseguente crisi. Un bando che abbiamo dovuto fare di corsa, del cui esito concreto siamo in attesa. Ovviamente, la questione di questo bando non può non richiamare le tematiche poste dallo stesso strumento, ordinario, ad ora in panne – continua Pierri – in quanto, al di là della disastrosa situazione ben nota dell’Ufficio casa comunale, è quasi banale dire che la non corresponsione in tempi celeri e adeguati del contributo mette a rischio sfratto le famiglie. Il che tuttavia significa che, essendo questi strumenti concepiti proprio per tutelare le famiglie dal rischio, se non vengono fatti funzionare perdono la loro ragione d’essere. Chi pur avendone diritto non risolve attraverso il contributo, aggrava la problematica abitativa diventando parte del problema. Di fatto si genera un affidamento legittimo che viene deluso. E’ su questo tipo di meccanismi che si dà la prova se un sistema funziona oppure no. La Pubblica amministrazione deve essere improntata alla massima efficienza, se non lo è, poniamoci delle domande”.