Firenze – Pericolo falsi, fra le prime 5 province italiane colpite dal fenomeno, quattro sono toscane: Arezzo, Prato, Firenze e Pistoia (l’altra componente del quintetto è Fermo, Marche). A dare l’allarme è il Rapporto contraffazione Confartigianato, che misura il pericolo del falso per le imprese a livello provinciale.
Fra i motivi per cui le toscane si trovano nella pattuglia delle prime cinque, peserebbe molto, secondo l’analisi dell’associazione artigiani, il fatto che i settori più colpiti dal mercato della contraffazione siano proprio quelli (tessile, abbigliamento, calzature) in cui si esprimono le nostre eccellenze regionali.
Ed è questo “tiro al piccione” dei falsari che rinforzerebbe in modo decisivo la tendenza alla chiusura delle imprese artigiane. Ad Arezzo negli ultimi 5 anni le imprese artigiane hanno accusato un calo del 9,9%: solo nell’ultimo anno le imprese artigiane dei settori presi di mira dai falsi sono diminuite del 2,1%.
“Un fenomeno criminale di dimensioni globali come la contraffazione – spiega il presidente di Confartigianato Arezzo, Ferrer Vannetti – va combattuto con armi globali. Serve un’azione congiunta di tutti i livelli di Governo, in Italia, in Europa e a livello internazionale. L’azione repressiva, la collaborazione tra le forze dell’ordine di tutti i Paesi, devono essere accompagnate da attività di prevenzione e da iniziative legislative a tutela dell’origine e della qualità dei prodotti, a cominciare dall’approvazione di una regolamentazione europea, come quella sul ‘made in’, che obblighi a indicare l’origine dei prodotti e garantirne la piena tracciabilità”.
Ma non è solo l’azione repressiva quella che può portare a risultati non solo positivi, ma anche durevoli, spiega il presidente dell’associazione aretina. “Bisogna anche intensificare sul territorio le attività di formazione e informazione alle imprese e ai consumatori aretini sui danni provocati dalla contraffazione, sulla difesa della proprietà intellettuale e industriale, sulla tutela dei nostri prodotti di qualità che tanto lavoro costano ai nostri eccellenti artigiani”.
Infine, ancora qualche numero dal Rapporto di Confartigianato: per quanto riguarda la tipologia delle merci, il valore più alto di sequestri effettuati in Italia tra il 2008 e il 2013 riguarda gli accessori di abbigliamento (34,6%). A seguire i capi d’abbigliamento (14,1%), apparecchiature elettriche (9,9%), calzature (7,9%), occhiali (7,4%), profumi e cosmetici (6,6%), giocattoli e giochi (4,5%), orologi e gioielli (4,1%), cd, dvd, cassette (1,2%), apparecchiature informatiche (0,5%). La rilevazione di Confartigianato mostra, infine, che la Cina guida la classifica dei Paesi di provenienza di merce contraffatta con una quota del 66,1% dei prodotti sequestrati dalle autorità italiane.