Firenze – Cresce il divario nei consumi fra le varie aree del Paese, e quel che appare sempre più allarmante è che anche nei consumi alimentari il Mezzogiorno segna il passo. Lo dicono i numeri resi noti dalla Coldiretti sui dati Ismea relativi al primo trimestre dell’anno, in occasione della diffusione Istat sul Pil. I consumi alimentari calano dunque dell’ 1,1% nel Mezzogiorno, in contrapposizione all’aumento record registrato nel Centro Italia (+5,6%), nel Nord Est (+5%) e, in misura minore, nel Nord Ovest (+3,3%).
Il dato del Mezzogiorno è ancora più preoccupante in quanto, come segnala la Coldiretti, la spesa alimentare, che appare in crescita mediamente dell’1,4%, rappresenta “la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione, con un importo complessivo di 244 miliardi ed è quindi un elemento fondamentale per misurare la ripresa dell’economia”. Perciò non solo l’allargarsi della forbice dei consumi tra le diverse aree del Paese evidenzia le criticità ancora presenti nel percorso di uscita dalla crisi, ma la riduzione della spesa alimentare segnala anche la riduzione sempre più intollerabile delle risorse delle famiglie nel sud d’Italia. Un motivo in più, sottolinea la Coldiretti, per evitare “l’aumento delle aliquote Iva che rischia di alimentare una spirale recessiva”. Senza contare che l’aumento dell’Iva si abbatterebbe su beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22%.