Consulta Salute Mentale, lettera del presidente Niccolai al Consiglio Comunale

Firenze – Una lettera è stata inviata dal presidente della Consulta Salute Mentale Massimo Niccolai al Consiglio Comunale di Firenze, in merito a un avviso di selezione pubblica per assunzione di personale appartenente alle categorie di cui all’art 1 L.68/99 per la copertura di n. 10 posti nel profilo di esecutore polivalente (cat. B1). L’avviso in questione è stato pubblicato a partire dal 15 dicembre 2020 al 29 dicembre 2020, con l’indicazione che il limite di scadenza per le domande era fissato alle 24 del 29 dcembre scorso.

Occorre precisare che i lavoratori individuati all’art. 1 della legge 68/99 sono gli invalidi civili con percentuale minima di invalidità pari o superiore al 46%; gli invalidi del lavoro con percentuale minima di invalidità pari o superiore al 34%; i non vedenti (comprese anche le persone con residuo visivo non superiore a un decimo in entrambi gli occhi, anche con correzione di lenti); i non udenti (individui colpiti da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata, purché la sordità non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da causa di guerra, di lavoro o di servizio); gli invalidi di guerra, invalidi civili di guerra, invalidi di servizio. La legge in questione distingue inoltre i lavoratori appartenenti alle categorie protette fra disabili e “appartenenti ad altre categorie” (ovvero: gli orfani e i coniugi superstiti di coloro che siano deceduti per cause di lavoro, di guerra e di servizio svolto nelle pubbliche amministrazioni (inclusi gli orfani, le vedove e i familiari delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata); i soggetti equiparati, ovvero coniugi e figli di soggetti riconosciuti grandi invalidi per causa di guerra, lavoro e servizio; i profughi italiani rimpatriati). Per quanto riguarda le disabilità psichiche, è l’art. 9, comma 4, della legge citata a metterli in condizioni diverse, determinando appunto che “i disabili psichici vengono avviati su richiesta nominativa….”. Insomma, sotto l’aspetto di approntare loro maggior tutela, in realtà le persone con disagi psichici verrebbero a trovarsi tagliati fuori dal corso ordinario dei bandi.

Della questione segnalata nella lettera si era occupata in questi giorni anche la Cub Sanità (su segnalazione dei propri iscritti che operano nei servizi di salute mentale) che aveva posto il problema dell’art.9 comma 4 della legge, in quanto, prevedendo la “chiamata nominale” dei disagiati psichici, di fatto li penalizza escludendoli dalla possbilità di accesso, in questo caso, all’avviso pubblico di cui si sta parlando. “Su questa norma applicata dal Comune di Firenze sono stati sollevate più volte questioni di incostituzionalità proprio perché pur sembrando una norma a favore di questi soggetti deboli, in realtà ne legittimerebbe l’esclusione”, dicono dal sindacato di base Cub Sanità. “A 40 anni dalla legge Basaglia – concludono i sindacalisti Cub –  sembra strano dover ancora combattere contro questi muri divisori”.

“Nonostante la legge parli chiaro in riferimento alle persone con disagio psichico (art. 9,, comma 4 della suddetta legge, che recita: ” I disabili psichici vengono avviati su richiesta nominativa mediante le convenzioni di cui all’articolo 11. I datori di lavoro che effettuano le assunzioni ai sensi del presente comma hanno diritto alle agevolazioni di cui all’articolo 13″, ndr)  – si legge nelal lettera del presidente Niccolai – sentiamo disagio per il fatto che dopo 20 anni anni dalla messa in atto di tale legge ancora oggi non si sia riusciti a superare tale separazione e si continui a perpetrare su questa linea. Considerando che un’amministrazione debba operare secondo i criteri legali pensiamo che la direzione Risorse Umane in accordo con la giunta potesse fare un passo avanti e trovare le giuste soluzioni affinché anche questa separazione ulteriore all’interno del mondo dell’Handicap decadesse”.

“Tutto ciò penso sia determinato anche dal fatto che c’é poco confronto con le rappresentanze delle varie fragilità nonostante i tanti luoghi di partecipazione che li rappresentano – continua il presidente della consulta mentale –  chiediamo che tale provvedimento sia rivisto e rielaborato e di costruire un dialogo aperto e continuo con i rappresentanti del Consiglio comunale in modo che anche la città di Firenze abbatta quei muri che tendono a separare e a categorizzare, mentre la fragilità o l’alterità è una parte importante della nostra popolazione”, conclude Niccolai.

 

 

 

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