Firenze – Discussione lunga e accesa, levate di scudi, ma la delibera n. 70, per istituire la Consulta per il contrasto ad ogni tipo di discriminazione e per i diritti delle persone LGBTQI+, dopo il parere favorevole in commissione 7, riceve il semaforo verde dall’assemblea consiliare comunale. “La delibera approvata è il regolamento per la ricostituzione della consulta atta a rappresentare la comunità delle persone LGBTQI+. Un organismo utile per creare una interlocuzione – ha commentato il presidente Luca Milani – tra questa comunità e le istituzioni”.
La Consulta era già attiva nel 2012, ma era intervenuta non trovando una modalità di azione continua. Con l’approvazione del regolamento quadro delle Consulte, approvato ad ottobre 2019, di fatto decadevano tutte le Consulte che non avevano riattivato in maniera evidente le loro attività. Pe riattivarle, come ha spiegato il presidente del consiglio Luca milani, è necessario ripresentare una delibera in consiglio comunale, con la contemporanea approvazione di un regolamento che ne definisce le modalità di ingaggio; dopodiché, partirà un iter a cura della direzione del consiglio, di un avviso pubblico che determinerà la platea delle associazioni interessate a far parte della consulta. finiti i termini della presentaizone delle domande, sarà l’Ufficio di Presidenza a verificare il possesso dei requisiti. Per quanto riguarda la necessità di una simile consulta, al di là del fatto che la Costituzione stessa tutela contro ogni tipo di discriminazione, dice Milani richiamandosi a Zagrebelsky, di fatto è evidente che nella vita quotidiana ciò non avviene. dunque, conclude Milani, “il fato che il Comune di Firenze a dare attenzione rispetto a quelle categorie di persone che possono incontrare segnali di discriminazione e persino di odio, è il motivo per cui siamo stati spinti ad attivare questa consulta”. Nel regolamento, alcuni punti chiave: l’oggetto, il contrasto ad ogni forma di discriminazione e per la valorizzazione dei diritti delle persone LGBTQI+; la partecipazione, sarà aperta a tutti i movimenti, comitati e organismi, anche se privi di riconoscimento giuridico, purché rappresentativi di una pluralità di soggetti o categorie. L’ammissione dei soggetti avverrà con un decreto da parte del presidente del consiglio che istituirà l’elenco delle associazioni coinvolte. Il bando rimarrà aperto per tutta la durata della nuova consiliatura, per permettere l’inserimento, nel corso della vita della Consulta stessa, di altre associaizoni che richiederanno di farne parte. Le consulte, secondo il nuovo regolamento quadro, hanno infatti la vita legata a quella della consiliatura. L’elezione di presidente e vice presidente della consulta avverrano nella corso della prima riunione, convocata dal presidente del consiglio comunale.
Di minorità di diritti parla la consigliera Pd Donata Bianchi, nell’intervento di apertura del dibattito. “Si tratta di una comunità ricca e partecipe della società fiorentina. Appatengono a questa comunità tante figure imortanti, dirigenti di alto livello e non, inoltre credo sia importante anche la relazione equilibrata con l’amministrazione comunale”. La consigliera parla di possibili attività di approfondimento, anche a livello di ricerca, sia per quanto riguarda le discriminazioni che l’accompagnamento delle familgie che si trovano a confrontarsi con un proprio figlio, figlia, sorella, compagno, appartenente alla comunità LGBTQI+.
“Le consulte servono per recepire le istanze della società civile e per combattere i casi di violenza che hanno avuto un’escalation incredibile, in questi anni – aggiunge la consigliera Maria Federica Giuliani, vice presidente del consiglio comunale – Firenze è sempre stata una città inclusiva e la valorizzazione dei percorsi di autodeterminazione individuali e collettivi è uno sforzo importante che va implementato e portato avanti, da sostenere e difendere. Dalle consulte impariamo sempre qualcosa. Occorre mettersi in posizione di ascolto e non avere la presunzione di sapere tutto”.
Sono sei, i voti contrari, con svariate motivazioni, ma in buona sostanza le obiezioni più forti sono due: da un lato, l’assenza di un’emergenza per quanto riguarda gli atti discriminatori sul genere in Italia, dall’altro la non rappresentatività delle associaizoni presenti sul territorio.”Ho votato contro all’istituzione di una consulta per il contrasto ad ogni tipo di discriminazione e per i diritti delle persone LGBTQI+ – dice il capogruppo del Gruppo Misto Andrea Asciuti – perché in Italia non esiste una emergenza di atti di discriminazione nei confronti delle persone che hanno un orientamento sessuale differente, i dati OSCAD sono chiari, il mio timore è che questa consulta istituita dall’amministrazione possa sdoganare ulteriormente progetti gender nelle scuole e “diritti” come la pratica dell’utero in affitto già praticata all’estero”. Il voto contrario alla delibera dei consiglieri di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi e Jacopo Cellai: “Le associazioni presenti sul territorio non sono rappresentative di tutte le persone omosessuali. Vediamo con forte scetticismo l’articolo del regolamento che prevede che la consulta può essere composta anche da movimenti, comitati e associazioni che non abbiano un riconoscimento giuridico”.