Firenze – C’è chi ci rinuncia: al vitalizio, magari in nome di una scelta di equità, dal momento che, come scrive l’interessato, Mauro Romanelli consigliere regionale di Sel, “comunque lo abbiamo tolto a chi ci succederà. Onesto non averlo neppure noi”.
Un atto che si pone in una luce diversa rispetto ai tagli che comunque i consiglieri regionali toscani hanno già praticato nel loro “carrello delle spese”, in quanto come spiega lo stesso consigliere di Sel, non c’era la possibilità giuridica, se non mettendo in atto una decisione illegittima, di eliminare i vitalizi del consiglio regionale. Ma una via i consiglieri dell’attuale legislatura l’avevano lasciata, per consentire il taglio di questo particolare emolumento, vale a dire la rinuncia volontaria. Quella cui ha dato corso il consigliere Mauro Romanelli.
Come la vicenda sia maturata, insieme alla decisione del consigliere, lo spiega lo stesso Romanelli.
“Non ho mai coltivato troppo la retorica anti-politica, perché spesso ha raggiunto toni eccessivi e fuorvianti – dice il consigliere – ma il vitalizio è senza alcun dubbio un privilegio, con un beneficio nettamente superiore a quanto si versa, e certamente in una fase storica di grandi sacrifici per i cittadini questo mi pare un piccolo sforzo da parte nostra che considero doveroso”.
Un atto di coerenza, soprattutto dopo una legislatura “che ci ha visto protagonisti, come Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Toscana, di diversi provvedimenti di sobrietà, dal taglio quasi totale delle spese di rappresentanza, alla riduzione degli emolumenti, comunque sempre stati i più bassi d’Italia, al contenimento delle spese per le assunzioni nelle segreterie politiche, in particolare per i ruoli dirigenziali, l’ultimo aspetto che obiettivamente mancava di affrontare era quello dei nostri vitalizi”. Ma la legge non era d’accordo: infatti, pur essendo intervenuti sui vitalizi dei successori dell’attuale legislatura regionale, spiega Romanelli, eliminandoli, “l’ufficio legislativo ci aveva detto che era illegittimo revocare quelli già maturati, e anche quelli di chi aveva già iniziato i versamenti, ovvero i nostri”.
Ma una via era rimasta aperta: “Non potendoli quindi eliminare per il rischio di ricorsi dovuti ai suddetti profili di illegittimità rilevati dai nostri tecnici giuridici, abbiamo però reso possibile, con l’ultima Legge Finanziaria, rinunciarvi volontariamente, riavendo indietro i contributi versati senza alcun interesse, né come aggiornamento del costo della vita, né come interesse legale” conclude Romanelli. Che, senza porre tempo in mezzo, ha dunque rinunciato al suo vitalizio, chiedendo indietro i soli contributi versati. Puri e semplici.