Firenze – La relazione tenuta oggi al congresso della CGIL di Firenze, che si è svolto al Centro Rogers di Scandicci, da parte della segretaria generale di Firenze Paola Galgani, ha avuto anche il senso di una piattaforma programmatica per il prossimo (immediato) futuro.
Una relazione che mette in primo piano tre punti, “Cura del lavoro, cura dell’ambiente, cura delle persone”. Tre passaggi fondamentali su cui investire per cambiare l’attuale modello di sviluppo, che “svaluta il lavoro e acuisce le disuguaglianze”.
La prima delle due giornate dei lavori del decimo congresso dell’organizzazione è stata preceduta da 1.744 assemblee di lavoratori-lavoratrici e iscritti/e (il documento “Il lavoro crea il futuro”, che ha come primo firmatario Maurizio Landini, ha ottenuto il 98,43% dei voti, il documento “Le radici del sindacato”, che ha come prima firmataria Eliana Como, è all’1,57%).
La relazione della segretaria, ribadendo l’importanza del confronto con gli altri sindacati e le associazioni, si è conclusa rivendicando la parola “speranza” e citando i giovani e le donne in Iran che protestano per la libertà, i giovani che si battono per l’ambiente e i giovani che si ribellano a inaccettabili condizioni di lavoro.
Primo passaggio, cura del lavoro. In concreto, dice Galgani, “salario minimo, riconoscimento del valore erga omnes dei contratti, ridurre la precarietà, investimenti sui giovani, formazione professionale, servizi all’infanzia e alla terza età per incrementare l’occupazione femminile”. Una carta dei principi inderogabili, un unicum di diritti-doveri da cui ripartire per riconsegnare dignità e autorevolezza al lavoro.
Secondo passaggio, ma solo in senso esplicativo, non certo per importanza, cura dell’ambiente, ovvero, spiega la segretaria, “dobbiamo indirizzare tutte le risorse verso le fonti di energia rinnovabili e che producono minori scarti e rifiuti”. Dunque, via libera agli strumenti reali di rinnovo delle fonti energetiche in favore della sostenibilità e dello zero inquinamento.
Passaggio strettamente legato al terzo, quello che riguarda la cura delle persone , “la salute non è soltanto l’infrastruttura ospedale, che pure è necessaria, ma anche e soprattutto la prevenzione della malattia, con un sistema di sostegno e di presa in carico che sia vicino ai bisogni espressi o non espressi dalle persone”.
Sul tavolo anche il Patto per il lavoro e lo sviluppo, firmato tra parti sociali, categorie e Città Metropolitana poco più di un anno fa.
Sul tema, Galgani ha auspicato una convocazione del tavolo e ha ricordato che “alcune azioni si sono realizzate o si stanno per realizzare, indipendentemente dalla cabina di regia, segno evidente del valore dei contenuti. Per citarne alcune: protocolli su cantieri trasparenti per i lavori pubblici; reinternalizzazione delle mense scolastiche; contrasto allo sfruttamento lavorativo e presa in carico delle vittime di sfruttamento; regolamentazione ciclofattorini; patti formativi territoriali e Its; social housing e rigenerazione urbana con il progetto di Montedomini; costituzione di comunità energetiche; utilizzo dei fondi PinQua per il patrimonio abitativo”.
Per quanto riguarda le richieste, Galgani ha messo alcuni nodi sul tavolo, fra cui “una legge sulla rappresentanza, per impedire il proliferare di contratti nazionali sottoscritti da soggetti che producono riduzione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori ma anche dumping per le imprese. E chiediamo che si misuri anche la rappresentanza delle associazioni datoriali”.
Rappresentanza che, secondo la segretaria generale della Cgil fiorentina, è una questione che riguarda anche le istituzioni: “Si sono tolti, per risparmiare pochi euro, i luoghi di definizione di politiche e composizione di conflitti, provocando fratture enormi tra istituzioni e tra cittadini e istituzioni”.
“E anziché invertire la rotta si pensa di andare avanti sulle fratture – continua Galgani – pensate alla proposta sull’autonomia differenziata che trova consenso non solo nell’attuale Governo e nei Presidenti di Regione dello stesso segno politico ma anche in quelli di centro sinistra, a partire dal Presidente toscano Giani. Lo vediamo anche in questo territorio, in questa Regione. Su ogni scelta complessa, dalle scelte infrastrutturali a quelle di gestione dei servizi pubblici, sono per citare due esempi, i ritardi non sono solo dovuti alla tanto odiata burocrazia, ma all’incapacità di valutare, programmare, discutere e realizzare le scelte attraverso la discussione e la composizione degli interessi diversi”.
Galgani ha toccato, oltre al tema della questione femminile (“per la prima volta abbiamo una premier donna, non mi pare che le condizioni di milioni di donne siano cambiate di un millimetro. Perché insieme alla svalutazione del lavoro non si è mai fermata la svalutazione delle attività di cura, produttive e riproduttive”), anche il tema della politica: “Non possiamo essere tra coloro che cavalcano l’antipolitica o la spoliticizzazione della nostra società. Il problema non è la politica in generale ma l’assenza di una parte della politica. O meglio l’assenza di una parte dei partiti che dovrebbero rappresentare un’idea politica, di visione del mondo e della società, diversa da quella della destra. Ci possiamo accontentare, prima di tutto come cittadini, ma anche come comunità, di segnalarne l’assenza oppure è necessario un impegno affinché si ricostruiscano i luoghi, cioè i partiti, che rappresentino questa idea diversa di società? Io penso che dobbiamo impegnarci. A partire dal condividere, ad esempio, che la cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti non solo non ha cancellato la corruzione, ma anzi li ha resi sempre più permeabili agli interessi di gruppi economici più forti e li ha resi solo dei contenitori per l’esercizio del potere”.