Firenze – La Congiura dei Pazzi, è una delle più famose della storia. Contribuiscono alla sua fama il fascino della Firenze rinascimentale, le figure di Lorenzo il Magnifico e di Giuliano, che nell’attentato perse la vita, di personaggi eccellenti che vi furono in varia misura coinvolti da Girolamo Riario a Papa Sisto IV, all’insospettabile Federico da Montefeltro. Un complotto che era anche un intrigo internazionale (tant’ è vero che ad esso fece seguito una guerra) e con vari risvolti ancora da chiarire.
Marcello Simonetta, studioso, già noto scopritore di un codice segreto che gli ha permesso alcuni anni fa di decrittare un messaggio cifrato dal quale emerge il coinvolgimento nella congiura del Montefeltro (che era di solito considerato estraneo in quanto buon amico dei Medici) ha fatto recentemente un altro clamoroso ritrovamento. Presso l’Archivio di Stato di Firenze ha infatti scoperto la confessione resa agli inquirenti da Antonio Maffei esecutore materiale dell’attentato a Lorenzo il Magnifico, il quale riuscì però a sopravvivere e dette avvio alla caccia ai congiurati che portò alla loro cattura. Tra questi appunto, il Maffei.
All’arresto non seguì immediatamente il linciaggio, come si è ritenuto fino a oggi: Maffei fu infatti sottoposto a un duro interrogatorio e costretto a redigere la confessione che oggi Simonetta ha riportato alla luce dopo oltre cinque secoli. In questo scritto il sicario volterrano svela i retroscena della vicenda
Il documento verrà presentato nell’Auditorium dell’Archivio il prossimo 3 maggio, alle ore 11,30, nell’ambito del ciclo di incontri seminariali dal titolo “La Ricerca in Archivio”, promosso dall’Istituto per dare voce agli studiosi e creare un’occasione di presentazione, confronto e scambio che abbia come oggetto i temi e i metodi della ricerca storica.
Marcello Simonetta storico, docente presso la New York University, membro dell’Istituto di ricerca “Medici Archive Project”, è autore di numerosi libri, fra cui una trilogia sui Medici (“L’enigma Montefeltro”, “Volpi e Leoni” e “Caterina de’ Medici”, tutti pubblicati da Rizzoli e tradotti in varie lingue) e diverse monografie su Niccolò Machiavelli, Francesco Guicciardini e altri personaggi del Rinascimento italiano. Abbiamo parlato con lui dell’evento che sarà oggetto della conferenza.
Anzitutto, come è arrivato a fare questa scoperta?
Rivoltando le carte di un fondo dell’Archivio di Stato di Firenze acquisito nel 1870 ma finora stranamente inesplorato. Spiegherò in dettaglio nella mia conferenza come si sia formato questo fondo, che in parte si trova anche nella Biblioteca Moreniana (ovvero, per ironia della sorte, a casa dei Medici!)
La confessione di Maffei ci consente nuove interpretazioni su come si è svolto l’attentato?
Sì, ci permette di entrare nel “laboratorio” della congiura dei Pazzi, che erano degni del loro nome. Veniamo a scoprire che il sicario fu convocato a Firenze ben sette mesi prima dell’esecuzione del complotto. I dettagli non gli furono rivelati subito e lui millantò di poter portare un centinaio di uomini armati da Volterra, la città che solo cinque anni prima era stata saccheggiata su ordine di Lorenzo il Magnifico. Piano piano apprese “ciò che bolliva” in pentola, ma non la logistica e la tempistica.
E il recente ritrovamento si collega anche alle sue precedenti scoperte sull’ che mettono in nuova luce il ruolo del duca di Montefeltro?
Alla fine della confessione Maffei afferma che gli istigatori della congiura sono il papa Sisto IV, il re di Napoli Ferrante d’Aragona e il duca di Urbino Federico da Montefeltro. Questa per me è come la ciliegina sulla torta insanguinata, perché una ventina d’anni fa scoprii e decifrai una lettera dello stesso Montefeltro al papa in cui dava il suo pieno appoggio, anche militare, all’operazione contro i Medici.
Perché fu scelto proprio Maffei per colpire Lorenzo ?
A quanto pare il fatto che Giovan Battista Montesecco, il sicario prescelto dal papa (e al quale fu offerta persino una moglie e un feudo nelle Marche!), si sia rifiutato di uccidere in chiesa costrinse Francesco de’ Pazzi a optare per il volterrano, a poche ore dall’attacco. Evidentemente non fu una scelta molto saggia…
Immagine: la testa di Lorenzo il Magnifico