
Sul palco del piccolo teatro della Parrocchia dell’Ascensione restano montate le scenografie di uno spettacolo: l’interno di una casa con tendine alle finestre, una porta di legno, una credenza. Nello stesso clima familiare su quel palco si è svolto il confronto tra i candidati a sindaco per le elezioni comunali, organizzato dal Comitato ex Panificio Militare. “Proprio sopra di noi c’è la Chiesa”, ha precisato il moderatore
indicando il soffitto basso che si stende sulla platea. Non tutti i candidati erano presenti. Mancava Dario Nardella che ha promesso via email una risposta sui temi affrontati. Mancava Achille Totaro, per inderogabili “impegni parlamentari” legati al “bene del paese”. Mancava Marco Stella, arrivato però a confronto terminato per scusarsi per il ritardo: “Non mi sembra giusto fare un intervento adesso, mancherei di rispetto ai colleghi arrivati in orario”. Familiare anche la conduzione e la lettura delle domande già pronte e distribuite al pubblico.
Il primo blocco tematico riguardava gli strumenti urbanistici: “sono migliorabili nel senso di una migliore tutela complessiva della qualità della vita dei residenti, di un recupero di una città che sia bella, viva, armonica e fruibile anche e soprattutto per chi la vive quotidianamente, oltre che per il turista in visita? Considerando le criticità del contesto, quale futuro vedete possibile per le aree attualmente inutilizzate della nostra zona e dintorni?” La risposta di tutti non poteva che essere positiva. Si è criticato il piano strutturale vigente, “uno spot elettorale” per Tommaso Grassi, mentre Attilio Tronca (PCL) è stato più duro richiamando le logiche del profitto che muovono la società e soffermandosi su una “logica di utilità” che invece dovrebbe essere anteposta all’interesse dei privati. Per Miriam Amato “i contenitori vuoti devono essere messi a servizio della cittadinanza”. Tutti hanno richiamato i valori dell’artigianato fiorentino, perché “dobbiamo essere apprezzati come eravamo una volta”, ha osservato Paolo Manneschi (Repubblica Fiorentina). Laura Bennati si è soffermata anche sul ripopolamento di una città che non deve essere soltanto a misura di turista. Gianna Scatizzi si è mostrata più pragmatica richiamando anche la necessità di un ritorno economico dovuto alla restituzione dei luoghi alla cittadinanza, “almeno per fare il pari”. Per tutti c’è bisogno di asili nido, spazi verdi, aree di socialità, in una zona – quella intorno all’ex panificio – già sovraccarica di abitanti.
Il secondo blocco verteva attorno alle infrastrutture e alla mobilità: “qual è il giudizio sul previsto progetto del nodo Alta Velocità di Firenze (doppio tunnel, stazione Foster sotterranea) e su possibili progetti alternativi meno impattanti e costosi? Le nuove linee della tramvia sono più utili o dannose? Come evitare gli errori del passato e gli orrori futuri previsti?” Chiaramente tutti si sono dimostrati contrari ai progetti di mobilità così approvati: no Tav e No Tramvia. “La tramvia vuol dire sventrare Firenze” per Miriam Amato. Laura Bennati sottolinea di avere in lista anche un No Tav valsusino per ribadire il suo No categorico a questa grande opera, considerata inutile e costosa anche da Tommaso Grassi e Attilio Tronca. Cristina Scaletti – arrivata in ritardo- si sofferma sulla corruzione: spesso si è ragionato in una logica sbagliata, come se Firenze dovesse servire alle infrastrutture e non viceversa. Bisogna combattere la corruzione – che aumenta del 40% il prezzo base delle grandi opere – e le nomine politiche non basate sul merito.
Il terzo blocco affrontava il tema della “Tutela del bene comune, partecipazione popolare alle scelte, trasparenza e lotta alla corruzione…Come migliorare la gestione della nostra città?” “Firenze è vista come una vittima del decisionismo Renziano” per Laura Bennati, “noi come candidati lavoriamo sodo, se le nostre voci tremano è perché non dormiamo e non mangiamo per cambiare questa città”. Tutti sono convenuti sulla necessità di ascoltare i cittadini partendo da i comitati e dalle associazioni, di mettere al primo posto i valori come l’onestà. Attilio Tronca si sbilancia: ” ci vuole una auto organizzazione”, senza i partiti che sono stati al potere per decenni.
In sala verso il termine del dibattito è comparso Mario Razzanelli che distribuiva volantini contro la tramvia. Presente anche Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, che alla fine ha detto a Grassi: “Stasera qui giocavi in casa”.