Confindustria Toscana Nord: “Basta ritardi nelle vaccinazioni”

Prato – La Toscana è tra le prime per il numero di vaccinati, tuttavia il quadro che ne emerge non lascia dubbi sulla campagna vaccinale che ad oggi lascia fuori non soltanto gli ultraottantenni, ma anche figure professionali fortemente esposte, oltre alle categorie fragili.

Probabilmente perché in questa Regione contrariamente a quanto avviene nelle altre, i vaccini Pfizer e Moderna sono stati somministrati a giovani non proprio in prima linea contro il Covid e ad alcune categorie di lavoratori  non esattamente esposti che, non pochi  organi di stampa, hanno definito  “figure da scrivania”. Se a tutto questo poi si aggiunge la difficoltà di accesso ai siti della Regione Toscana per la prenotazione vaccinale il quadro che ne viene fuori non è esaltante.

“A questo proposito Confindustria Toscana Nord ha espresso una linea di grande responsabilità sul tema vaccini – ha così commentato  il direttore dell’associazione Marcello Gozzi -. Inoltre Gozzi ha chiesto una velocizzazione della campagna vaccinale sottolineando le necessità delle aziende a fare presto. Perché il ritardo nelle vaccinazioni può compromettere la mobilità delle persone, indispensabile per attività aziendali essenziali come la partecipazione a fiere e missioni all’estero e i trasferimenti di personale per montaggi e manutenzioni di impianti.

Confindustria Toscana Nord oltre a sollecitare e promuovere  una consistente mobilitazione delle imprese disponibili a ospitare siti vaccinali,prende atto peró che le notizie sulla gestione dei vaccini stanno provocando in tutte le imprese dai vertici alla base, sconcerto e  indignazione. E da più parti ci si chiede, -come mai  in Toscana, a differenza delle altre regioni, si vaccinano persone giovani, e si ignora il mondo delle imprese? Quali sono i criteri seguiti? Con che logica sono stati utilizzati i diversi tipi di vaccino? Ha più senso, sul piano umano in primis ma anche economico, vaccinare persone poco esposte oppure lavoratori che avrebbero assoluta necessità di essere immunizzati per svolgere le loro mansioni e permettere all’economia regionale di riprendersi? “.

Alle domande che per ora non hanno ancora trovato risposta si affianca la polemica degli imprenditori ultraottantenni ancora attivi,che in un’altra regione sarebbero stati già vaccinati. E si sottolinea da più parti che , “in Toscana, unica in Italia, si vaccinano i giovani, ma non quelli che lavorano nell’industria o in altri settori produttivi su cui si regge l’economia regionale”.
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