Conferenza di Fulvio Cervini su “Il fuoco e gli elementi: le armi”

L’11 febbraio al Lyceum Club Internazionale lo storico dell’arte dell’Università di Firenze Fulvio Cervini parlerà dell’armatura manierista del Cinquecento come «punto d’incontro delle arti». Ingresso libero.

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Le armature dei corazzai del manierismo cinquecentesco come prodotti qualificati dell’artigianato di élite ma anche e soprattutto come manifesti di civiltà creativa: un ricco patrimonio storico-artistico che deve stare nel “canone delle arti”.

E’ il soggetto della conferenza che giovedì 11 febbraio, alle 18, a Palazzo Giugni di Firenze (via Alfani 48), terrà Fulvio Cervini, docente di Storia dell’arte medievale e Tutela dei beni culturali all’Università di Firenze con alle spalle un settennato in Piemonte presso la Soprintendenza per i Beni artistici e storici, dove si è occupato tra l’altro dell’Armeria Reale di Torino. Intitolata “Il fuoco e gli elementi: le armi”, la conferenza di Cervini è organizzata dalla sezione Arte del Lyceum Club Internazionale di Firenze, presieduta da Elisa Acanfora, e si ricollega indirettamente al tema del programma di quest’anno del club: “Microcosmo e macrocosmo: Firenze e il ciclo degli elementi”. L’ingresso è libero.

«Illustrerò in particolare l’armatura manierista del Cinquecento come punto d’incontro delle arti» spiega Fulvio Cervini, che osserva: «le armi e le armature non godono di grande attenzione né da parte degli storici dell’arte né, in generale, del pubblico di mostre e musei (che al massimo arriva a ricordare che la Medusa di Caravaggio è uno scudo). Gli stessi (pochi) specialisti e conoscitori tendono spesso a considerare gli aspetti tecnici piuttosto che quelli artistici. Eppure, presso molte culture, le armi sono state per secoli i prodotti più qualificati dell’artigianato di élite, e al tempo stesso oggetti investiti di forti valori simbolici e rappresentativi che trascendevano il loro uso pratico, al punto da diventare manifesti non solo di abilità fabbrile, ma di civiltà creativa».

«Questo vale – continua Cervini – anche per l’Europa tardo medievale e rinascimentale e soprattutto per alcuni centri di produzione italiani, Milano su tutti, dove nel corso del XVI secolo le armature da parata prendono a coprirsi di immagini sbalzate e incise fino a diventare vere e proprie sculture semoventi, che dialogano con le arti suntuarie, la pittura, la grafica. Il cavaliere coperto di ferro è una statua vivente, ma anche un programma iconografico mobile, che parla di sé e dei suoi valori».

«I sofisticati congegni degli armorari manieristi italiani – conclude il professor Cervini – sono degni di figurare tra le più significative opere d’arte di quella cultura e di quel secolo. L’incontro vuole proporre spunti di riflessione e chiavi di lettura per avvicinare un mondo ricco di tesori e di meraviglie che merita a buon diritto di stare nel “canone delle arti”».

Le attività del Lyceum Club Internazionale di Firenze hanno il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e il patrocinio del Comune di Firenze.

 

Addetto stampa, Lorenzo Sandiford

333-3459187, lorenzo.sandiford@gmail.com

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