Isola del Giglio (Grosseto) – Nella giornata di oggi giovedì 26 giugno, il capo della Protezione Civile e commissario straordinario per l’emergenza Concordia, Franco Gabrielli, si è recato all’isola del Giglio per incontrare la popolazione e fare il punto sulla rimozione del relitto che, dal 13 gennaio 2012, fa discutere l’Italia. Gabrielli ha spiegato che l’obiettivo condiviso è liberare l’isola dell’Arcipelago toscano dall’ingombrante presenza della Concordia: “Questa nave non può sopportare un altro inverno”, ha spiegato. Tutti hanno l’intenzione di rimuoverla dal Giglio il prima possibile, possibilmente entro il 20 luglio.
Assieme a Gabrielli, all’incontro tenutosi a Giglio Porto c’erano anche il responsabile del progetto di rimozione per Costa Crociere, Franco Porcellacchia, ed il sindaco gigliese, Sergio Ortelli. “Per noi priorità è che la nave se ne vada il prima possibile”, ha dichiarato il primo cittadino spiegando la sua scelta di votare sì al trasferimento della Concordia a Genova nella conferenza dei servizi tenutasi ieri, mercoledì 25 giugno, a Roma.
A favore del trasferimento nel porto ligure hanno votato quasi tutti gli enti partecipanti alla riunione (Ministero dell’Interno, Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Infrastrutture, Ministero della Salute, Ispra, Istituto Superiore di Sanità, Agenzia delle Dogane, Regione Liguria, Provincia di Genova, Comune di Genova, Arpal, Autorità portuale di Genova, Azienda Sanitaria di Genova, Comune di Isola del Giglio, Arpat e Azienda Sanitaria di Grosseto), mentre i voti contrari sono stati espressi da Regione Toscana e Provincia di Grosseto. Un secco 17 a 2 che non è bastato per porre la parola fine alla “guerra dei porti”. Dato che l’unanimità non è stata raggiunta, infatti, la decisione passerà adesso al Consiglio dei Ministri, che dovrà valutare il progetto presentato dal consorzio di imprese Saipem-San Giorgio del Porto per Costa Crociere. Insomma, siamo di fronte all’ennesimo rinvio della decisione finale.
Certo, il Governo dovrà fare presto e bene. Ma, secondo il ministro dell’Ambiente, un risultato importante è già stato ottenuto. Gian Luca Galletti, infatti, ha dichiarato che già il fatto che la Concordia rimanga in Italia è “un risultato importante”. Il ministro ha quindi spiegato che dopo la rimozione dal Giglio, l’area interessata dal naufragio della Concordia dovrà essere bonificata, mentre Costa Crociere dovrà apporre dei correttivi al suo progetto di rimozione. In particolare il dicastero dell’Ambiente ha suggerito all’armatore ligure di incrementare il numero delle navi previste per scortare la Concordia a Genova. Potrebbero essere 5, anziché 3, le navi pronte a fronteggiare eventuali sversamenti nel Santuario dei Cetacei. Il dossier presentato da Costa per contravvenire le possibili obiezioni al progetto di rimozione, dunque, non è sembrato sufficiente.
Il mare gigliese resta comunque in buone condizioni, come testimoniano gli esiti delle analisi sugli ultimi campionamenti effettuati da Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) il 23 giugno. Rilevata soltanto una lieve presenza di tensioattivi in prossimità della poppa del relitto, mentre idrocarburi e solventi sono risultati nella norma. La stessa Arpat i è espressa in favore del trasferimento della Concordia a Genova, pur con tutti i “se” del caso. Se Piombino fosse stata pronta – questo, in sostanza, il parere di Arpat – sarebbe stata la soluzione da preferire. Ma Piombino non sarà in grado di accogliere la Concordia, quindi “sì” a Genova. Ovviamente l’agenzia ambientale toscana ha chiesto che la rimozione tenga conto di tutta una serie di accortezze necessarie a tutelare al meglio un ambiente marino protetto come quello del Santuario dei Cetacei. Dato che il tragitto si allungherà, insomma, almeno si cerchi di evitare altri danni al mare toscano.
Di tutt’altro parere il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, per il quale la scelta di Genova si configura come “una sciocchezza ciclopica”. Votando contro il trasferimento della Concordia nel porto ligure, secondo il Governatore toscano, la Regione ha ottenuto di rimandare la scelta al Consiglio dei Ministri. Una conquista, insomma. Vinta una battaglia, ma guerra perduta prima di cominciare? Sembra scontato che la decisione finale ricada su Genova, ma Rossi non ci sta. “C’è il rischio che il mondo, dopo averci preso in giro per l’inchino di Schettino, ora faccia altrettanto per i tanti inchini che vengono fatti a Costa Crociere”, ha dichiarato. Rossi ha anche spiegato che avrebbe accettato la soluzione Genova se Piombino non avesse avuto alcuna possibilità di essere pronta. Ma Piombino potrebbe anche farcela, ed allora non vi sarebbe motivo di scegliere la soluzione peggiore o, almeno, più rischiosa. La proposta finale? Attendere il rigalleggiamento e verificare, seduta stante, se il porto toscano sarà pronto. Qualora lo fosse, trasferire la Concordia a Piombino. Altrimenti ripiegare su Genova.
Dello stesso parere di Rossi anche Altero Matteoli, senatore di Forza Italia: “il porto di Piombino sarebbe oggettivamente ideale perché vicinissimo”. Di tutt’altro avviso, invece, un altro senatore dello stesso partito, Francesco Giro: “Questa rissa fra porti e regioni italiane è indecorosa”, ha dichiarato chiedendo un intervento diretto del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulla vicenda. E le dichiarazioni di Rossi hanno suscitato anche la reazione del presidente dell’Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo: “con la sua posizione incomprensibile dal punto di vista tecnico, il presidente Rossi sta esponendo l’Italia a una figuraccia clamorosa”, ha spiegato.
E al Giglio, nel frattempo, le operazioni preliminari alla rimozione proseguono. Restano da installare gli ultimi 4 cassoni sul lato di sinistra. In totale al momento i cassoni di rigalleggiamento installati sono 26 su 30. Dopo la conclusione dell’installazione dei cassoni, prenderà avvio il rigalleggiamento vero e proprio, che consisterà di quattro fasi. Nella prima, la Concordia verrà rialzata di circa2 metri dalle piattaforme e spostata con rimorchiatori per poi essere ormeggiata ai punti di ancoraggio. Nella seconda, verranno messi in tensione le catene ed i cavi sul lato di dritta. Nella terza fase la nave verrà rimessa in galleggiamento. Nella quarta, infine, si procederà alla partenza verso il porto di destinazione. Il tutto, probabilmente, in 6 giorni. E non è escluso che queste operazioni possano effettivamente iniziare il 20 luglio.