Firenze – “Abbiamo messo tanta carne al fuoco” ha detto il direttore Daniele Rustioni a conclusione del concerto di inaugurazione della stagione dell’Orchestra della Toscana. E se la promessa fatta ieri sera al Teatro Verdi verrà mantenuta, vale la pena seguire le esibizioni dell’Ort dovunque avvengano. Il programma in un teatro strapieno in ogni ordine di posti prevedeva il concerto n.1 in re maggiore per violino e orchestra opera 19 di Sergej Prokof’ev, di rarissima esecuzione a Firenze, Tzjgane, rapsodia per violino e orchestra di Maurice Ravel, le Danze Polovesiane dal Principe Igor di Aleksandr Borodin e l’Uccello di fuoco, suite n.2 dal balletto di Igor Strawinskij.
Il solista, Roman Simovic (suona uno Stradivari del 1709) ha dimostrato il suo grandissimo talento tecnico e interpretativo anche perché il programma era costruito in modo da esaltarne le doti, ottenendo applausi scroscianti. Ma è stato soprattutto il direttore Rustioni il grande protagonista della serata. La sua gestualità, la plateale dimostrazione di stare dentro la musica ma senza farsene dominare, la grande empatia con l’orchestra e la simpatia verso il pubblico ne fanno una grande realtà della musica italiana. A 34 anni, oltre ad essere direttore principale dell’Ort, Rustioni è anche il nuovo direttore principale dell’Opéra Nationale de Lyon.
L’orchestra ne è stata come travolta e ha dato il meglio di sé, sia nel dialogo con il violino di Simovic, sia nell’Uccello di fuoco di Strawinskij, mantenendo comunque misura e precisione nelle travolgenti danze e tzigane. Bis con il valzer dei Fiori dallo Schiaccianoci di Ciaikovskij.
Foto: Daniele Rustioni