Concerto no inceneritore, migliaia a ballare sul prato delle Piagge

Firenze – Un migliaio, forse oltre il migliaio, ipotizzano gli organizzatori. Sta di fatto che il Parco pubblico delle Piagge, quello stretto contro l’autostrada e la ferrovia, ieri sera era pieno, brulicante di persone, famiglie, bambini e cani fin dalle 18, qualcuno anche prima. Atmosfera di grande festa, con sul palco gruppi musicali conosciuti e amati come Bandabardò, Bobo Rondelli, I Gatti Mezzi (solo annunciati, purtroppo non ci sono stati) Casa del Vento, i Malasuerte Firenze Sud, con David Riondino e tanti altri le cui parole canzoni sono state riprese da un grande coro sotto il palco e nell’intero giardino.

Un appuntamento spettacolare e partecipato che trae la sua ragion d’essere dalla strenua resistenza che un gruppo di mamme in primis, quelle che hanno avuto l’idea “pazza” di mettere insieme un grande spettacolo, quelle del Comitato Mamme No Inceneritore, sta portando avanti da decenni. L’inceneritore o termovalorizzatore (come viene anche chiamato da chi ritiene che sia il male minore) è quello di Case Passerini, balzato prepotentemente alle cronache per il fatto che il 18 giugno, fra sei giorni, verrà convocata la no inceneritore 2conferenza dei servizi, con la presenza dei comuni interessati. Insieme alle mamme, fra gli organizzatori, anche l’associazione il Muretto, e i ‘promotori 11 aprile’. Ma la resistenza all’opera è anche una battaglia partecipata da tante altre associazioni, ambientaliste e non, come il WWF, Medicina Democratica, movimento rifiuti Zero. Nel grande prato in cui famiglie intere stano aspettando che la musica cominci e bamnini giocano rincorrendosi, sono stati allestiti anche degi stand, da Acad ai Cobas allo stand anarchico che mostra introvabili e bellissimi libri, a quello con la storia dell’inceneritore (o termovalorizzatore che dir si voglia), perfino una lunghissima e ordinata fila per comprare panini e una per le bibite. Niente birra, niente alcolici: tutto ciò che si vende è acqua in bottiglia, coca cola alla spina, aranciata in lattina. E stop. Fra la folla , qualche faccia conosciuta si distingue: dai consiglieri comunali Miriam Amato, Tommaso Grassi, Donella Verdi, Giacomo Trombi, a esponenti di comitati e associazioni (molti della Piana) che da anni combattono contro l’idea stessa degli inceneritori. E fra gli altri, anche una rappresentanza del “trucco e parrucco” licenziati del Maggio, che raccolgono solidarietà e applausi.

no inceneritore 4All’entrata (ingresso gratuito) c’è subito il banco della raccolta firme contro l’inceneritore, con richiesta di offerta libera per contribuire “alla causa”. Poi, un altro stand per il cibo e lo spazio aperto del prato, con la gente a sedere per terra e sulle panchine. Ressa che diventa frenetica sotto il palco, soprattutto quando la musica e le parole cominciano a spandersi nell’aria. Il contatto umano è immediato e semplice: basta una battuta a una sconosciuta: “Hai la collana come la mia!” e subito parte il dialogo. “Come mai sei qui?” “Per fermare questa opera insensata”. “Ma come si farebbe senza, i rifiuti dove li mettiamo?” “Spingiamo la raccolta differenziata al massimo, e l’inceneritore diventerà inutile”. “Ma gli inceneritori di ultima generazione sono sicuri, no?” “In realtà, per ogni dato sulla “sicurezza” ce ne sono altrettanti che li smentiscono. Io sono madre di due figli di 4 e sei anni. Se permetti, vorrei essere sicura davvero!”. Il ritornello è sempre quello di Martina, la madre con cui si è avuto il breve dialogo. La scappatoia, fra rifiuti e inceneritore, esiste: la raccolta differenziata spinta al massimo. “Ci vuole un impegno forte delle istituzioni anche in questo senso – spiega Massimo, lavoratore di Quadrifoglio – bisogna rendere il più possibile semplice la differenziata e la raccolta, anche a costo di aumentare i turni per gli operatori. Ma questo significa anche investire sul personale, mentre Quadrifoglio sta facendo esattamente il contrario, tagliando proprio sugli operatori che vanno in strada”. “Del resto – conclude Stefania, Quartiere 4, alla festa per “aumentare la massa di resistenza” – la vicenda della nostra strada è esemplificativa: da anni, su dodici cassonetti situati in una strada di 500 metri circa, no inceneritore 3chiediamo inutilmente di aggiungere un cassonetto per l’organico. Ci è stato riposto che manca lo spazio, in quanto i cassonetti sono “congrui” all’utenza. Però, da qualche tempo, un bel cassonetto giallo della Caritas per depositare i vestiti è venuto ad aggiungersi agli altri. Dunque, devo dedurne che quello della Caritas non prende lo stesso spazio. Forse ha doti di immaterialità. Che tuttavia, credetemi, non abbiamo rilevato”. Infine, c’è un caso ormai di scuola: quello dei comuni di Val di Sieve e Mugello, che spingendo la raccolta differenziata a oltre l’80% sono riusciti a evitare la costruzione dell’inceneritore di Selvapiana. Allora, dicono i presenti, perché a Case Passerini non è possibile? …  

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