Francamente ci pare esagerato lo stupore per il concertino dei “trapper br” al buio dell’Arci Tunnel mentre la Reggio civile e democratica sfilava per la dignità del lavoro lungo le piazze della città alla luce del sole.
Ricordiamo che questa è pur sempre la città che non si è poi scomposta più di tanto quando sotto le tende arcobaleno antiamericane Prospero Gallinari manifestava “per la pace” nemmeno troppi anni fa.
Gli organizzatori del Tunnel derubricano l’episodio archiviandolo in fretta alla voce “provocazione” anche se questi tipi di sfide critiche godono di una certa accettazione quando provengono dal variegato mondo di sinistra mentre si grida immediatamente (e spesso giustamente) all’apologia del fascismo (corroborati peraltro da specifiche leggi in materia) non appena salti fuori un saluto romano o il capoccione del Duce.
Imbattendosi però nelle pagine social dei vertici del Tunnel, dove emerge una certa qual eccitazione davanti alle inenarrabili stragi che Putin sta compiendo in Ucraina, ti viene il vaghissimo sospetto che oltre alla “provocazione”, sotto sotto ci sia anche una sorta di simpatia ideologica per l’operato che fu del gruppo stragista ed eversivo.
D’altronde l’ordine che sempre ha capeggiato dalle nostre parti è quello di non avere nemici a sinistra, nemmeno i più birichini. Ed oggi che il voto è così liquido e volubile, l’adagio pluridecennale viene applicato con rigore ipertrofico. In questo contesto appare un po’ moscia la nota dell’Arci provinciale che si limita a bacchettare quegli esuberanti del Tunnel per questi spettacoli un pochetto filobierrini. Ma solo poco poco.
Se invece l’Arci provinciale avesse minacciato una bella cacciata del Tunnel dal circuito Arci consegnando il locale alle intemperie ed alle bizze del libero mercato, probabile che i trapper br non avrebbero mai più fatto la loro comparsa su quel palcoscenico reggiano. E che al loro posto magari già il prossimo cartellone avremmo ascoltato un coro di polifonia sacra su musiche di Giovanni Pierluigi da Palestrina.
A questo punto, restando sul filo della voluta “dissacrazione” di natura artistica tirata in ballo da quelli del Tunnel a mo’ di giustificazione, cui peraltro noi non abbiamo motivo alcuno di dubitare, proponiamo agli stessi di ospitare con la stessa verve una bella mostra dell’icona giovanile punk-rock Sid Vicious dei Sex Pistols costellato di svastiche. Così siam pari ed i ragazzi del Tunnel avranno allora dimostrato la loro equidistanza politica per amore della libera espressione.