Comunità iraniana in piazza a Firenze al grido: “Libertà”

Firenze – Con la notizia della morte durante le proteste, di Hajas Najafi, la ragazza che raccoglieva in uno chignon i lunghi capelli biondi prima di affrontare le forze dell’ordine iraniane impiegate a reprimere le proteste scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini, e diventata a sua volta un simbolo, si apre la giornata odierna, dopo il presidio della comunità iraniana avvenuto ieri anche a Firenze in solidarietà con le manifestazioni che si sono tenute in patria.  Azadi, libertà. La notizia proviene, come scrive Repubblica, da diversi account “critici col regime”. Donna, Vita, Libertà. Libertà per le donne in particolare. La comunità iraniana di Firenze ieri è scesa in piazza, ai Ciompi, per dare sostegno e solidarietà alle proteste “dei fratelli e sorelle rimasti in patria”. Sono professionisti, tante donne, studentesse e madri, medici e professori, artisti,  traduttori e lavoratori del turismo.

Una rappresentanza della composita comunità iraniana fiorentina, unita intorno al grido “Libertà”. Perché la morte di Mahsa Amini, attribuita dalle autorità a un infarto mentre era nelle mani della polizia morale, è stato lo zolfanello per incendiare una tensione sempre più forte. La morte della 22enne curda, arrestata mentre era in gita col fratello per una ciocca di capelli sfuggita all’hijab e deceduta dopo l’arresto della polizia morale iraniana, ha scatenato una rivolta nel Paese in circa 80 città, che ha condotto a 35 morti ufficiali, 50 per le organizzazioni umanitarie, e centinaia di feriti e arresti. Una vicenda che è stata la miccia per una situazione sociale molto tesa nel Paese, dal momento che il regime restrittivo delle libertà in particolare delle donne, sottoposte ai dettami della legge islamica nella sua interpretazione sempre più rigida, sta alimentando rivolte e proteste per lo più conclusesi con arresti, ferimenti e decessi. Nella manifestazione, i cartelli con i volti delle vittime del 2009, 20017, 2019. A dare il via alla rivolta le donne, scese in strada, secondo l’usanza curda, tagliandosi i capelli. “La lotta in Iran continua – dicono da Firenze – nonostante la repressione e noi siamo qui a manifestare a nostra solidarietà e sostegno”. Piove, ma sembrano lacrime dal cielo.

Foto: Luca Grillandini

 

 

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