Per festeggiare l’evento della realizzazione del collegamento tra il Museo Marino Marini e la Cappella Rucellai in San Pancrazio, sabato 16 e domenica 17 febbraio, dalle ore 10 alle ore 19, l’ingresso al Museo Marino Marini e al Sacello dei Rucellai sarà gratuito al pubblico. L’accesso alla Cappella sarà consentito fino a un massimo di 25 persone ogni 30 minuti. “L’apertura del sacello che include il Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti restituisce alla città un apice dell’architettura rinascimentale – ha detto Carlo Sisi, presidente del Marini – che consente di ricostituire nella sua interezza la valenza patrimoniale e simbolica della committenza dei Rucellai, estesa dal palazzo di famiglia alla facciata di Santa Maria Novella così da formare una vera e propria insula gentilizia, e andando a definire un percorso albertiano che comprende anche la tribuna della Santissima Annunziata, unico intervento in città dell'architetto intellettuale fuori dalla sfera dell'importante famiglia fiorentina”. Sisi si è dichiarato particolarmente felice dello spirito “concorde” e della partecipazione della curia nella persona del Cardinal Betori “straordinariamente aperto all’arte figurativa ma anche a quella contemporanea”.
Perché proprio in questo consiste la straordinarietà di questo nuovo collegamento, condotto con maestria dall’architetto Vincenzo Vaccaro: con una porta che all’interno della cappella è quasi invisibile, dal Marini, uno dei rari musei fiorentini (e italiani) con attitudine verso la contemporaneità, si potrà “comunicare” con Leon Battista Alberti (ottima la pubblicazione in proposito di Polistampa), tra i più illustri campioni dell’architettura Quattrocentesca. Un dialogo stretto quindi, tra le forme plastiche e classicheggianti di Marini e il Santo Sepolcro in marmi policromi, realizzato su commissione di Giovanni di Paolo Rucellai, nel 1467.Tutta la cappella è stata ristrutturata a più riprese tra gli anni sessanta fino a tempi recenti, e oggi i marmi ripuliti e consolidati mostrano anche curiose tracce di antichi “graffiti” del 1600 e tracce di “cronaca” spicciola come quello che riferisce la presenza alla messa di una tal “ducessa di nuturria”. Ma queste sono amenità che confermano un atteggiamento popolare da sempre poco rispettoso della delicatezza delle opere d’arte.
La grossa novità però la porta al solito la multimedialità: adesso il Marini si è dotato, con il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio e la collaborazione dello Studio Neri Torrigiani, di un’APP in italiano e in inglese per il mondo Apple e Android, che consentirà una totale interattività col museo. Con questa i visitatori avranno disponibili sul proprio telefonino i dettagli sulla vita dello scultore e le sue opere, sapere quali sono, e saranno, le mostre prodotte, e avere a portato di mano anche il percorso alla scoperta dell’Alberti a Firenze. All’ingresso del museo, che si è dotato di Wi-Fi, ci sarà anche un video sempre in funzione che tra l’altro mostra bellissime immagini dell’interno del Sacello, altrimenti invisibili o quasi. La soprintendente Alessandra Marino è tornata a parlare dell’importanza fondamentale che assume “l’unità di intenti” quando si vogliono salvare i monumenti e renderli accessibili: l’unico modo per superare i momenti difficili della crisi, quando lo stato non interviene più. Nella cappella si proseguirà, saltuariamente, a celebrare la messa del sabato, e a dare così continuità al dialogo con il grande Alberti.