Firenze – Maretta in Comune. Sale l’agitazione, questa volta dei dirigenti, o, per meglio precisare, dei dirigenti di “ruolo” (quelli, per intendersi, entrati nell’amministrazione pubblica con regolare concorso, a differenza di quelli di “nomina” vale a dire nominati dai vertici politici sulla “fiducia” ex art. 110). Che si sentono presi e sbattuti in posti che magari non c’entrano nulla con anni di competenze e attività acquisite, qualche volta “ritoccati” nello stipendio (verso il basso), esclusi dalle scelte di riorganizzazione dei servizi, lasciati senza notizie certe circa la loro sorte, sempre trattati con assoluta noncuranza: quasi pedine e per niente lavoratori con una dignità professionale e personale da rispettare.
A parlare dello sbigottimento che ha colto i vertici dirigenziali del Comune di Firenze è la Rsa Direl, ovvero il sindacato dei dirigenti, che descrive la situazione in una nota. Ed ecco i punti critici: “La mancata informazione preventiva alla RSA della dirigenza della nuova macrostruttura (vale a dire la macchina comunale, interessata da cambiamenti e riposizionamenti, ndr), il ricorso, nella misura massima possibile, a dirigenti a contratto a tempo determinato, i no alle manifestazioni di interesse di dirigenti di ruolo che hanno risposto agli interpelli interni per la copertura delle posizioni destinate a 110 comma 1, la riconferma di tutti i 110 comma 1 uscenti (tranne il comandante Casale che non ricopriva più l’incarico da fine agosto scorso) e soprattutto la “rivelazione” solo un attimo prima della data fissata per l’avvio della nuova struttura della destinazione ( o meglio del destino ) dei dirigenti di ruolo, i soli sostanzialmente rimasti a ruotare”.
Per quanto riguarda il primo punto, “il decreto di nomina è stato firmato dal sindaco alle ore 18.00 del 31 ottobre, poco prima appunto dell’operatività, dal 1 novembre, della nuova macrostruttura e reso noto ai dirigenti (peraltro sembra solo ad alcuni) lo stesso 1 novembre (giorno di festa) alle ore 11.40 con una mail del Direttore Generale all’indirizzo di lavoro”.
Di fatto, i dirigenti di ruolo, da fine settembre (vale a dire dall’approvazione della nuova struttura comunale riorganizzata) hanno svolto la loro attività in un clima perenne di incertezza e di attesa, in particolare ” in ordine alla programmazione dei compiti di ufficio anche oltre la data del 1 novembre”. Per cui, “per non rallentare troppo il lavoro” i dirigenti hanno preso impegni, hanno firmato contratti, hanno assunto il ruolo di RUP (responsabile unico del procedimento, ndr) in procedure “che magari non seguiranno mai perché dal 1 novembre sono passati ad altro incarico, anche del tutto diverso dal primo per professionalità ed esperienza richieste”.
Dunque, l’amministrazione, accusano i rappresentanti dei dirigenti di ruolo, ha mantenuto “silenzio assoluto” da fine settembre fino in pratica allo stesso 1 novembre. Inoltre i dirigenti, in particolare quelli interessati ai cambi di direzione, “non sono stati resi partecipi in alcun modo delle scelte del sindaco (e del direttore generale), né interpellati e tanto meno preavvertiti, anche solo per correttezza e rispetto della loro dignità di lavoratori, che erano destinati a ricoprire un nuovo incarico”. Giorni di congetture e voci di corridoio si sono spesi nell’attesa del decreto di nomina, “senza che dai vertici dell’Amministrazione giungesse un segnale, anche soltanto una telefonata, come almeno era successo cinque anni fa”.
Ma c’è anche un’altra questione che si aggiunge: la “sostanziale conferma di tutti i 110 (ovvero i dirigenti “nominati”, ndr)” ha fatto sorgere il pesante dubbio, nei dirigenti assunti per concorso, che la “rigenerazione” della dirigenza comunale cui aveva fatto riferimento il sindaco in un’ intervista in periodo elettorale, riguardi solo “pochi, anzi pochissimi dirigenti di ruolo perché in sostanza i trasferiti sono solo 5 (non considerando il riposizionamento degli ex coordinatori d’area) di cui ben 4 dirigenti o iscritti al sindacato DIREL”.
Inoltre i trasferimenti, denuncia il sindacato, “hanno riguardato anche dirigenti di prossimo pensionamento che non avranno dunque tempo e possibilità di esprimere al meglio le loro competenze e professionalità e dare un effettivo contributo di conoscenza e preparazione nelle nuove posizioni”. Ancora, “i dirigenti (di Servizio) trasferiti, in almeno due casi, “retrocedono” nella posizione economica essendo i nuovi assetti di destinazione “pesati” meno di quelli di provenienza”. Dunque, conclude la nota, l’insieme rivela la “mortificazione e demotivazione della dirigenza di ruolo”.
Sulla questione, interviene l’Usb: “Un’amministrazione comunale che non coinvolge la dirigenza nella progettazione della propria struttura, che dovrà gestire i servizi per la città, come può aiutare a risolvere i problemi dei propri cittadini? Per la prima volta questo è successo al Comune di Firenze, dove il sindaco, in nome di una rigenerazione della macchina comunale, il 31 Ottobre ha firmato la nuova macrostruttura, operativa dal 1 Novembre, senza che nessuno fosse reso partecipe delle sue scelte”.
“La grande rigenerazione – dice Stefano Cecchi, Usb del Comune – alla fine è consistita nella riconferma di tutti gli Art. 110, già nominati nella amministrazione precedente, nel trasferimento di 5 dirigenti, alcuni dei quali prossimi alla pensione”.
Dunque, conclude la nota, “le scelte politiche operate con tanta enfasi da questa Amministrazione vanno in un solo indirizzo: continuare la politica delle assunzioni a chiamata, ormai ben collaudata; mortificare e demotivare la dirigenza di ruolo in modo da arrivare velocemente alla cessione dei servizi a terzi, smantellando così il modello di welfare cittadino”.