A Firenze tra gennaio e febbraio sono 240 le imprese che hanno chiuso nel commercio e nel turismo (il saldo è -179, considerando le 61 aperture). A Pisa 90, a Livorno 99, a Lucca 79 ad Arezzo 77. In Toscana: 214 aperture; 896 chiusure = saldo -682. In rosso anche ambulanti e per la prima volta, e-commerce. “Gli effetti devastanti del 2013 condizionano la partenza del 2014, la ripresa della domanda è indispensabile per arrestare la desertificazione delle nostre città. Ci aspettiamo dal governo misure concrete per far ripartire i consumi e bloccare l’aumento delle tariffe” sostiene Massimo Vivoli presidente di Confesercenti Toscana”. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale di Confesercenti, tra gennaio e febbraio di quest’anno questi settori hanno registrato complessivamente oltre 29mila cessazioni per un saldo negativo finale di 17.723 unità. In totale le aperture infatti, sono state appena 11.413: il dato più basso, per quanto riguarda il primo bimestre, degli ultimi 40 anni. In Toscana hanno chiuso 896 imprese mentre le nuove aperture si limitano a 214. A chiudere, secondo le analisi dell’Osservatorio, sono state soprattutto donne e imprenditori over 50; ad aprire con maggior frequenza, invece, giovani e stranieri.
A raggiungere il peggior risultato, fra i comparti esaminati, è però il commercio al dettaglio in sede fissa dedicato al no food. Nei settori tradizionalmente legati al turismo, invece, è la ristorazione a soffrire più di tutti. “Il 2013 è stato l’ennesimo anno di crisi piena, con un calo del Pil e, soprattutto, dei consumi peggiore del previsto”, commenta Massimo Vivoli “Un’eredità pesante, che nei primi due mesi del 2014 ha portato ad una vera e propria emorragia di imprese nei settori del Commercio, del Turismo: dopo l’ennesimo Natale fiacco, molti imprenditori hanno ritenuto di non affrontare l’anno, con il suo carico di spese ed adempimenti fiscali, scegliendo invece la strada della chiusura. Anche perché – analizza la Confesercenti – il mercato interno è ancora in una fase acuta di crisi.
“La recessione della domanda – conclude il presidente di Confesercenti – non va assolutamente sottovalutata. Per questo riteniamo possa essere una buona idea un taglio del cuneo fiscale, per restituire agli italiani un po’ di risorse e far ripartire i consumi. Se non troviamo un modo per risollevare la domanda interna, le PMI che ad essa fanno riferimento – e non solo quelle attive nel commercio e nel turismo – chiuderanno in numeri sempre maggiori, contribuendo ad esacerbare la spirale di disoccupazione e povertà imboccata dall’Italia
Provincia per provincia aperture-chiusure-saldo: i dati dell'Osservatorio Confersercenti
Massa Carrara 15 apertura d'impresa; 67 chiusure d'impresa = saldo -52
Lucca 17 aperture; 79 chiusure = saldo -62
Pistoia 15 aperture; 50 chiusure = saldo -35
Prato 19 aperture; 60 chiuisure = saldo -41
Firenze 61 aperture; 240 chiusure = saldo -179
Livorno 28 aperture; 99 chiusure = saldo -71
Pisa 18 aperture; 90 chiusure = saldo -107
Arezzo 9 aperture; 77 chiusure = saldo -68
Siena 13 aperture; 62 chiusure = saldo -49
Grosseto 19 aperture; 55 chiusure = saldo -36
Totale: 214 aperture; 896 chiusure = saldo -682
Nei primi due mesi del 2014 il saldo tra aperture e chiusure di imprese è negativo in tutte i comparti merceologici e le tipologie d’impresa prese in esame dall’Osservatorio Confesercenti. Si tratta di un dato drammatico nel quale perfino il commercio su area pubblica, il cosiddetto ‘ambulante’, che fino ad oggi aveva mostrato un andamento anticiclico, segna questa volta un saldo negativo, così come registra per la prima volta gravi perdite il comparto dell’e-commerce..