Sono ancora negativi i numeri del commercio in Emilia-Romagna, nonostante qualche piccolo segnale di ripresa: nel secondo trimestre del 2015 si sono contate 276 imprese in meno rispetto allo stesso periodo del 2014 e sono arrivati a quota 44mila i negozi sfitti in Emilia-Romagna secondo i dati di Confesercenti.
Nonostante il ritorno a percentuali positive per quanto concerne consumi e vendite, i negozi tradizionali continuano a diminuire; ad aumentare leggermente sembrano essere solo le imprese di commercio ambulante (+6), e l’unico settore in decisa controtendenza è quello delle imprese che operano via internet: in Emilia-Romagna 33 in più rispetto al primo quadrimestre 2015.
“Rispetto agli scorsi anni – spiega Roberto Manzoni, presidente regionale Confesercenti – il mercato interno mostra qualche segnale di miglioramento, ma per i negozi tradizionali è sempre una fase difficile”. A pesare su questi ultimi, per il presidente, sarebbe soprattutto la liberalizzazione delle aperture delle attività commerciali. “Il regime attuale, che prevede la possibilità di rimanere aperti 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, è insostenibile per i piccoli negozi che continuano a perdere quote di mercato a favore della grande distribuzione”. Sempre secondo Manzoni, “se non si modificherà la normativa, i negozi non agganceranno mai la ripresina e continueranno a chiudere. Occorre, inoltre, un rilancio dei consumi più robusto se vogliamo arrivare a una vera inversione di tendenza”.