Firenze – Mi è capitato di assistere lunedì in un ristorante ad un curioso intervento sulla partita della Fiorentina da parte di un giovane commercialista di Varese. “Scusate se mi intrometto” – ha detto gentilmente il giovane agli avventori di due tavoli che, come di rito, avevano ingaggiato una sorta di concitato processo del lunedì parlando soprattutto di una difesa ballerina – “io sono stato difensore centrale del Varese, e per me German Pezzella era un mito. Era il nostro allenatore a istruirci sui movimenti da difensori facendoci vedere e rivedere Milenkovic-Pezzella, una delle coppie secondo lui ‘esemplari’ del nostro calcio! Ma a proposito, che fine ha fatto Milenkovic?”.
Beh, è andato al Nottingham Forest, a coronare in Premier la sua bella carriera…ma nessuno ha avuto il coraggio di aggiungere che quello che la Fiorentina ha ricavato dalla vendita di Milenkovic è servito, oltretutto richiedendo l’aggiunta di qualche centone, a comprare nientemeno che Pongracic dal Lecce: un giocatore che per ora ha stabilito un record assoluto (due espulsioni in tre giornate) facendo suonare l’allarme per la difesa e costringendo la società all’acquisto last minute di un difensore argentino, tal Moreno, se non altro dal nome pronunciabile (ha commentato qualcuno). Al nome del croato il giovane varesino non ha fatto una piega, ma era chiaro che non sapesse chi fosse costui. Al che un buontempone dal tavolo accanto lo ha informato: “Ah già, lei non sa che noi tutti gli anni, dai tempi di Bojinov e poi del ‘Tanque Silva’, dobbiamo farci fregare da Corvino acquistando un brocco dal Lecce!” E io avrei voluto aggiungere dell’altro: che Milenkovic quattro anni fa sarebbe andato allo United per quaranta milioni, e che noi ce lo siamo tenuti finché non siamo riusciti a farlo svalutare da Italiano, tecnico che non ha svalutato solo lui, ma tutta la rosa della squadra in questi due anni (aggiungendo allo spreco costosi acquisti di giocatori ineffabili, come Nzola, Parisi, Infantino, Brekalo, Sabiri, Beltran, Barack…).
Eppure qualcuno a quel tavolo, dopo i quattro scialbi pareggi della Viola in questo inizio, ha rimpianto Italiano!!! Io invece voglio spendere parole di conforto, se non di encomio, per il povero Palladino. Si è ritrovato ad allenare una squadra da metà classifica in campionato che qualcuno osannava per le sue “imprese” mirabolanti in campo internazionale (ma fatemi il piacere!). E se l’è ritrovata senza Milenkovic, Arthur, Bonaventura, Nico Gonzalez , Castrovilli e poi Amrabat: i pilastri della squadra, se non altro per esperienza e classe. Non so proprio che responsabilità abbia avuto Palladino sul mercato di quest’anno. Senz’altro è colpa sua di…Colpani! Ma il resto, a vedere dalla sua faccina rassegnata dopo l’impresa in Ungheria contro la Puskas Academia, mi sa di improvvisazione e di mancanza di progettualità della società. La quale quest’anno non solo ha peggiorato il livello della squadra, ma ci ha anche rimesso più di venti milioni!
Eallora sursum Palladino! Quel che è fatto è fatto. Tu sei un bravo allenatore, si dice un “gasperiniano”, ma credo che a Firenze, senza Galliani che te li compra giusti, tu debba ridimensionare le tue ambizioni. Gioca da provinciale, con quel 3-5-2 che l’anno scorso, inascoltato, raccomandavo anche a Italiano. Tre centrocampisti proteggono meglio la difesa e due attaccanti ravvicinati (perché no Kean e Beltran, o Kean e Kouamé) possono occupare meglio gli spazi in area. A centrocampo Adli e Bove con il supporto di Richardson (che, accompagnato a due bravi, avrebbe meno responsabilità). In difesa…Sergio Ramos! Impariamo dal Como, andiamo a pescare esperienza e classe nella differenziata degli esuberi! Del resto l’anno scorso ci avevamo pensato in extremis con Mina…