Firenze – Una domenica dedicata alla scomparsa di Vincenzo Simoni, presidente nazionale dell’Unione Inquilini, una delle personalità più conosciute della Sinistra fiorentina, venuto meno il 1 novembre 2020 nella sua casa in Santa Croce. Un incontro pomeridiano, che ha messo insieme gli amici, i compagni, i conoscenti, la gente del quartiere fra cui molti che avevano ricevuto assistenza e cura da lui stesso e dagli sportelli dell’Unione Inquilini, in via dei Pilastri, dove continua l’attività da parte del successore, il segretario fiorentino Pietro Pierri, e degli altri componenti l’indomito gruppo che non s’arrende. Perché, al di là dei ricordi personali, emozionanti e significativi perché si intrecciano con un periodo, una storia, un crogiuolo di avvenimenti che davvero cambiarono il volto della città di Firenze, la nota predominane è stata quella della resistenza, della capacità di intervento in logiche pur profondamente cambiate ma sempre e sempre più pesantemente a danno dei più fragili, oltre che di coloro che non ci stanno a narrazioni accomodanti e perciò, spesso, cadono nelle trappole dell’esclusione sociale. C’è un punto estremamente attuale, infatti, che già Simoni aveva anticipato con le sue capacità di analisi politica e sociale, che è stato sottolineato ieri, vale a dire il fatto che l’esclusione economica è sempre più sinonimo di esclusione sociale con connotazioni punitive riguardo a chi cerca di fare emergere “l’altra” storia. Una sorta di omologazione e dell’andrà tutto bene che mette il silenziatore alle alternative che pure il pensiero, come insegna e ha insegnato Simoni, il pensiero creativo in politica, in economia, nel vivere e convivere, può e deve produrre. Un silenziatore socio-economico che comporta la perdita non solo d’identità, ma soprattutto l’impoverimento di prospettive e l’annullamento del futuro. Una sorta di “fine della storia” che lascia la società sempre più sola e sempre più incomprensibile a se stessa.
A commemorare Vincenzo Simoni, tanti rappresentanti dei movimenti, del sindacalismo di base, vecchi compagni di battaglie e anche qualcuno delle generazioni più giovani: da Maurizio Lampronti, presidente dell’Archivio del ’68, a Marzia Mecocci, del Movimento di Lotta per la Casa, a Giuseppe Cazzato, Cobas, a Stefano Cecchi e Silvia Gabrielli, Usb, a tutto il sindacalismo di base, all’ex presidente del comitato di Santa Croce Giuseppe Sorrentino, oltre a una ricca rappresentanza di Rifondazione comunista (partito in cui Vincenzo militò per qualche tempo) che ha visto prendere la parola Sandro Targetti e Monica Sgherri, quest’ultima, ex consigliere regionale, responsabile del settore casa di Prc, oltre al consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi. Ma è stata l’intera, piccola folla a dare, individuo per individuo, un proprio personale contributo, militanti ancora attivi, professori universitari, semplici cittadini, partecipanti a storiche lotte come l’occupazione di Palazzo Vegni negli anni ’70. A chiudere, l’intervento di Pietro Pierri, che aveva aperto l’incontro, che si è tenuto nel giardini di via dell’Agnolo, a pochi passi dallo sportello di Unione Inquilini e dalla casa dove il presidente Simoni ha vissuto e in cui è morto.
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