Il giorno dopo la bocciatura dell’ordine del giorno di una parte delle opposizioni in sala Tricolore, che chiedevano la vendita delle azioni Iren dei comuni per racimolare i soldi sufficienti a creare una società pubblica che gestisse la partita acqua, sui social network circola la lista di proscrizione.
Ovvero l’elenco di coloro che hanno votato “no” chiudendo di fatto l’ultima porta (in realtà chiusa da mesi) alla speranza di strappare ad Iren la fruttuosa gestione idrica. E che dunque sarebbero meritevoli di pubblico ludibrio al grido di “vergogna, vergogna”.
Sono sostanzialmente i nomi dei consiglieri del Pd presenti al momento del dibattito in sala Tricolore, eccezion fatta per Scarpino e De Franco che hanno preferito astenersi. Ma a livello “dialettico” il culmine si è toccato alla fine dell’intervento del sindaco Luca Vecchi dopo un tutto sommato assai fiacco dibattito. E ancor più a votazione conclusa.
Dagli spalti sono partite bordate verbali piuttosto decise nei confronti della truppa Pd; frasi poco “consiliari” quali “pezzi di…” e “figli di…” che hanno rianimato (pure troppo) la giornata politica fiaccata anche dal gran caldo. E alcuni consiglieri comunali vittime delle offese hanno reagito, sempre sui social, parlando di “violazione della sede della democrazia cittadina”.
Come finirà? E’ scritto da tempo. L’opzione B, la società mista, sarà apparentemente battuta per poi scegliere l’unica soluzione possibile, il male minore. La gara che vincerà Iren.