Simone Russo
Esiste un caso Giovanni Andrea Ferrari? In linea di principio solo per l’assessore alla sicurezza Franco Corradini. Il resto della politica reggiana non prende posizione pubblicamente sui rapporti tra il neo amministratore di Seta (Ferrari è stato nominato membro del cda) e l’imprenditore Claudio Bacchi, la cui azienda è stata colpita recentemente da due interdittive antimafia della Prefettura. In realtà il caso sollevato da 7per24 è stato al centro di un vorticoso giro di telefonate e di alcuni confronti vis à vis all’interno delle istituzioni. Il fatto che Ferrari sia stato socio di Bacchi nella Prosit e parte in causa nelle vicende turbolente di Profit Holding, ha creato qualche mal di pancia in Provincia e qualche apprensione in Comune. Perché le due istituzioni hanno preso in esame il caso Prosit? Perché la nomina di Giovanni Andrea Ferrari è arrivata al termine di un confronto serrato tra il Municipio e Palazzo Allende; e il legame tra Bacchi e Ferrari poteva portare a mettere in discussione la nomina.
L’ipotesi in realtà è stata presa in considerazione più in Provincia che in Comune. L’amministrazione Delrio, dopo aver acquisito tutte le informazioni del caso, ha deciso di ignorare la vicenda, a meno che questa non venga posta all’attenzione dell’opinione pubblica da parte di qualche forza politica: e così finora non è stato. Incredibilmente i partiti di opposizione a Reggio hanno deciso di non chiedere spiegazioni sulla nomina di Giovanni Andrea Ferrari. In Provincia la vicenda è stata discussa più nel merito nell’ambito della Giunta Masini: pare che qualcuno abbia chiesto di riconsiderare la nomina di Ferrari, ma di fatto la discussione ha partorito solo una richiesta di spiegazioni della Masini a Ferrari. Una volta ricevute le spiegazioni, tutta la storia è stata riposta in un cassetto. E lì sembra destinata a rimanere, a meno che qualcuno nella dormiente opposizione reggiana non si ridesti all’improvviso.