la ricca mostra di Francesco Clemente – 90 opere tra acquerelli, collage e dipinti – occupa da qualche giorno la Sala Detti del Gabinetto, e l’attigua Sala del camino.Il risultato non sarà soltanto un evento di grande richiamo, considerata la rinomanza dell’artista, consolidatasi già col nascere della Transavanguardia, ma il fatto che Clemente ha donato un suo autoritratto, scelto dalla serie dei 12 dipinti dove si è attribuito l’identità degli Apostoli: più precisamente quello di San Tommaso, quadro che ripropone l’artista anche nelle vesti del Cristo. Il curatore e ideatore della mostra è Max Seidl, direttore emerito del Kunsthistoriches Institute in Florenz, che è restato fulminato, come scrive, dall’universo simbolico e occulto delle opere di Clemente. Questo mondo arcano è rappresentato al meglio dalle 78 carte dei Tarocchi ad acquerello e collage, dove l’artista ha seguito il dettato del Rinascimento, tempo in cui il gioco era in voga su preziose carte decorate, attualizzandolo in modo originale, e traendo ispirazione da soggiorni in luoghi geografici lontani e culturalmente diversi. Inoltre l’artista ha voluto introdurre i suoi rapporti di vita privata sia negli arcani maggiori sia nei semi di queste carte: vi compaiono i famigliari e gli amici – tutti famosi quanto lui – tra cui architetti, scrittori, musicisti, attori, personaggi della mondanità, nonché il suo assistente e il curatore dell’attuale mostra. Doppio colpo grosso per gli Uffizi, in quanto alla vernice era presente Kiki Smith, arcinoto nome dell’arte americana, raffigurata in una delle carte, che è stata (chissà mai perchè..) corteggiatissima da Giovanna Giusti, responsabile dell’arte dell’Ottocento, ma soprattutto di quella contemporanea della Galleria!
Foto Paola Bortolotti