Tagliati i Collegi provinciali: si passa da 24 a 12

Dimezzati anche gli assessori: da 8 a 4. Ma le forze politiche piangono la minor rappresentanza

La ridefinizione delle circoscrizioni dei Collegi provinciali con la conseguente riduzione da 24 a 12 e il dimezzamento del numero degli assessori da 8 a 4. Sono questi i punti salienti della delibera con cui il Consiglio provinciale, nella seduta di giovedì, ha espresso parere favorevole sulla proposta di ridefinizione delle circoscrizioni dei collegi provinciali fatta dalla Prefettura di Reggio Emilia.

Il taglio arriva a seguito dell’approvazione del decreto legge del 13 agosto 2011, n. 138, recante “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, convertito con legge 14 settembre 2011, n. 148, prevede che “A decorrere dal primo rinnovo degli organi di governo delle Province successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, il numero dei consiglieri provinciali e degli assessori provinciali previsto dalla legislazione vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto è ridotto della metà, con arrotondamento all’unità superiore”.

Critico il giudizio di tutte le forze politiche rispetto a una normativa che taglia la rappresentanza democratica, diverso l’atteggiamento al momento del voto. L’unico no è arrivato da Rifondazione Comunista, Pd, Idv e Udc hanno votato a favore, Lega e Pdl si sono astenuti. Il Pdl ha presentato anche una proposta di modifica dei collegi, rispetto alla ridefinizione della Prefettura. Proposta che non è passata, ma che verrà comunque inviata alla Prefettura assieme alla delibera.

I 12 nuovi collegi

I Comuni capo-circoscrizione saranno Bagnolo in Piano, Casalgrande, Castelnovo Monti, Correggio, Guastalla, Montecchio, Quattro Castella e Scandiano, oltre alla città, suddivisa in quattro parti.  Assieme a Bagnolo ci sono Cadelnosco, Castelnovo Sotto, Gualtieri, Brescello e Boretto. Con Casalgrande Rubiera e S. Martino in Rio; con Correggio Rio Saliceto, Campagnola, Fabbrico e Rolo. Guastalla è assieme a Novellara, Luzzara e Reggiolo. Con Montecchio S. Ilario, Gattatico, Campegine,  S. Polo e Canossa; con Quattro Castella Cavriago, Bibbiano e Albinea. Con  Scandiano ci sono Viano, Castellarano e Baiso. Infine con Castelnovo Monti tutti i restanti Comuni della montagna e della collina.

Il dibattito

Dopo la presentazione del documento da parte del presidente del consiglio Gianluca Chierici, è intervenuto Mario Poli, capogruppo dell’Udc: “La riduzione da 30 a 12 collegi è un dato eclatante. Viene in questo modo massacrato un momento di democrazia partecipativa, non ha alcun senso questa cosa. In questo modo si riconduce la partecipazione a un gruppo ristretto. Dovrebbe uscire una presa di posizione che dica che non siamo d’accordo, che venga quindi rivista una legge che interviene sulla democrazia partecipata senza intervenire sui costi della politica. Non voteremo contro per il rispetto delle istituzioni, l’errore infatti sta a monte”.

Toni critici anche da Emanuele Magnani, capogruppo dell’Idv: “Quello che ci viene proposto è uno svilimento delle istituzioni, non c’entra nulla la riduzione della spesa pubblica. Sono davvero in difficoltà a votare questa proposta della Prefettura, che peraltro si limita ad applicare una legge dello Stato”.

Il consigliere del Pdl Daniele Erbanni ha definito la riduzione “non accettabile”. “Allora – ha aggiunto –  andiamo davvero alla abolizione delle Provincie”. Ha quindi illustrato i due suggerimenti di modifica presentati al documento della Prefettura: unire Boretto, Brescello e Gultieri a Guastalla Luzzara e Reggiolo, togliendo Novellara dal collegio 5. Spostare Vezzano dal collegio della montagna e unirlo a Quattro Castella.

“Siamo assolutamente contrari a questa nuova suddivisione – ha commentato Fabrizio Allegretti, consigliere del Pd – voteremo la proposta per senso di responsabilità, ma non condividiamo il provvedimento di legge”.

Dura anche la presa di posizione di Alberto Ferrigno: “Si tratta di un provvedimento legislativo quantomeno illiberale. Non consente alle forze politiche che arrivano anche al 15% ad avere dei rappresentanti. Riduce i seggi in tutti i consessi di rappresentanza, mettendo al di fuori degli spazi democratici migliaia di elettori. SE siete contrari, allora date un segnale politico forte”.

“La prima riduzione, quella da 30 a 24,  era certamente più dignitosa – ha commentato il capogruppo della Lega Stefano Tombari – Il secondo passo è stato il dimezzamento dei consiglieri. Nel frattempo è poi sopraggiunto il disegno di legge costtiuzionale per ridefinire le provincie, eliminando e ridefinendo le funzioni. Abbiamo avuto poco tempo per capire, e non intendiamo quindi esprimerci su questo tema, e ci asterremo”.

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