
Dopo aver subito il perentorio quanto indiretto invito alle dimissioni da parte del Pd provinciale e del Pd brescellese, almeno nelle sue maggioranze, il primo cittadino del comune rivierasco Marcello Coffrini incassa almeno anche uno striminzito documento di solidarietà “umana e politica” da sei consiglieri della sua lista con la quale è stato eletto. Non solo una boccata d’ossigeno che gli permette di continuare a stare formalmente seduto sulla poltrona di sindaco ma anche un importante appoggio, almeno in questo momento, che spezza la catena d’isolamento che lo stava circondando.
Il braccio di ferro in atto rischia di costare caro al Partito democratico che ha deciso di rinnovare la richiesta di dimissioni di Coffrini alla vigilia dell’esito dell’inchiesta interna sulle presunte infiltrazioni mafiose nel comune brescellese. Data per scontata la richiesta di scioglimento del comune che la Prefettura di Reggio invierà al Ministero, nessuno in paese riesce a capacitarsi di come la vicenda sia potuta precipitare in questo modo. Da un’intervista ad una web tv di studenti ad un caso nazionale per il quale il comune un tempo conosciuto per Peppone e don Camillo, oggi sia associato alla malavita.