Firenze – Ben 280 chili di cocaina sottratti al mercato nazionale, 16 arresti, 28 persone indagate complessivamente, sequestri per beni immobili e mobili (5 fabbricati, 5 autoveicoli, 1 motociclo, 2 ditte individuali e diverse partecipazioni societarie) per circa 2 milioni di euro: è questo il bilancio dell’operazione messa in atto dalle prime ore di stamattina 19 febbraio dai finanzieri del Gico (Gruppo investigativo criminalità Organizzata) di Firenze. Senza contare che la droga sequestrata in 4 distinte operazioni dell’indagine triennale, portata avanti insieme alla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e allo Scico della Guardia di Finanza, avrebbe fruttato circa 43 milioni di euro sul “mercato” italiano, in particolare al Nord. L’ordine di custodia cautelare in carcere è stato emesso dal Gip del Tribunale di Firenze Erminia Bagnoli, su richiesta della procura diretta da Giuseppe Creazzo. L’ipotesi di reato è associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga, con l’aggravante del nesso mafioso.
L’Operazione “GUFO 2013” ha messo in luce i complessi affari illeciti che legavano gli Avignone e componenti della ‘ndrina dei Paviglianiti di San Lorenzo (RC), che svolgevano ruolo di collaudato canale di rifornimento di cocaina per gli Avignone, nuova organizzazione criminale con membri in prevalenza di origine calabrese. L’indagine che ha avuto uno sviluppo di tre anni, ha individuato alcuni carichi provenienti dal Perù e dalla Colombia e approdati al porto di Genova e di Gioia Tauro. La droga si trovava in navi da trasporto all’interno di container: in borsoni, in un doppio fondo, o addirittura all’interno di manufatti di marmo che si sono dovuti distruggere per estrarla. Il primo carico è stato sequestrato il 12 aprile 2013. Quello più ingente (100 kg) risale al 23 giugno 2014. L’ultimo sequestro, avvenuto a Gioia Tauro, ha registrato qualche difficoltà: il carico si trovava in un doppio fondo di un container di banane ed era ricoperto di schiuma espansa, la quale impediva allo scanner di rilevare la presenza di cocaina. È stata l’attenzione degli operatori a riconoscere alcune anomalie nelle saldature del container, indici di una manomissione.
Le indagini, che sono state condotte dai militari del Nucleo di polizia tributaria di Firenze, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia, diretta dal sostituto Ettore Squillace, presero il via dalla precedente operazione “Lupicera”, che si concluse nel 2013 con l’arresto di 13 persone. Gli arrestati, oltre ad essere in contatto con la ‘ndrina dei Facchineri di Cittanova (RC), i cui traffici illeciti si erano estesi alla zona di Altopascio, erano in affari con esponenti della famiglia Avignone.