Firenze – La mobilitazione continua. I precari Cnr di tutta Italia si danno appuntamento a Roma, il 12 aprile prossimo, per richiedere l’avvio delle procedure di stabilizzazione e la proproga dei contratti in scadenza, fino alla fine delle procedure di stabilizzazione. L’assemblea, organizzata dai Precari Uniti CNR con l’appoggio delle sigle sindacali FLC-CGIL e FIR-CISL, si terrà il 12 Aprile dalle ore 10.00 in Piazzale Aldo Moro 7 a Roma.
I precari Uniti CNR chiedono l’applicazione del cosiddetto Decreto Madia (D.Lgs. 75/2017) e il totale recepimento delle relative circolari applicative, che riconoscono il diritto alla stabilizzazione per circa 2700 precari del primo ente pubblico di ricerca Italiano. E’ fondamentale che il Presidente del CNR, Massimo Inguscio, rispetti gli impegni verbali assunti con atti ufficiali che diano il via alle stabilizzazioni e salvaguardino anche i lavoratori flessibili, estendendo la prorogabilità dei contratti anche oltre gli eventuali limiti temporali. “Senza queste misure – aggiungono – lavoratori che per anni hanno contribuito a tener alto il nome della ricerca italiana nel mondo saranno lasciati a casa”.
Qualche dato per far comprendere l’importanza dei nostri ricercatori per il Paese: nonostante il Governo investa in ricerca solo l’1,3% del PIL (Germania 2,9%, Francia 2,2%), gli scienziati italiani rappresentano una delle eccellenze scientifiche internazionali. Nonostante da decenni vivano nel precariato, con rinnovi contrattuali spesso mensili, oltre 4500 precari (il 40% circa di tutto il personale) hanno contribuito a far si che il CNR sia l’unico Ente italiano tra i migliori 200 al Mondo.
La lotta per la stabilizzazione è cresciuta inarrestabile in tutta Italia con toni e modalità mai visti in precedenza. Le assemblee permanenti si sono attivate su tutto il territorio italiano: Roma, Firenze, Palermo, Pisa, Napoli, Pozzuoli, Cosenza, Milano, Bologna, Bari, Ancona, Sassari, Oristano, Lecce, Catania.
“Specifici fondi sono stati stanziati in legge di Bilancio. L’avvio delle procedure di stabilizzazione non è più rimandabile. È ora che alle parole seguano i fatti”.