Da oggi anche la provincia di Reggio ha il suo focus trimestrale sulla micro e piccola impresa. Si chiama TrendRE ed è il legittimo discendente di TrendER, l’Osservatorio economico congiunturale regionale di Cna sulla micro impresa che dal 2007 tiene monitorato il territorio emiliano-romagnolo.
“Trend-RE – ha spiegato il presidente di Cna Reggio Emilia Tristano Mussini – è uno strumento fondamentale per avere costantemente il polso dello stato di salute delle micro e piccole imprese del nostro territorio. La vera novità riguarda poi il fatto che l’analisi, scientifica e con risultati certificati Istat, viene condotta sulla base dei dati quantitativi provenienti dalle contabilità delle imprese associate alla CNA, un patrimonio informativo unico in termini numerici e per varietà. Il nostro sforzo come CNA sarà quello di sfruttare il più possibile le potenzialità di questo strumento e di comunicare con costanza i dati che avremo a disposizione e che ci permetteranno di attuare dei confronti trimestrali, semestrali e annuali”.
Oltre al presidente a presentare il progetto giovedì sono stati tre esperti in materia di economia e piccole medie impresa: Guido Caselli, direttore del Centro Studi Unioncamere Emilia Romagna, Marco Ricci, dirigente Istat Emilia Romagna, e Gabriele Morelli, segretario di CNA Emilia Romagna. Insieme i tre relatori condurranno un’attenta l’analisi dei dati, calata nel territorio reggiano.
“Netta ripresa del fatturato totale, più lenti gli investimenti”: questa frase riassume i dati congiunturali del primo semestre 2011 per la provincia di Reggio Emilia forniti da TrendRE, Osservatorio sulla micro e piccola impresa (1-19 addetti) con riconoscimento Istat. I dati che oggi appaiono più interessanti sono quelli riguardanti il fatturato totale, gli investimenti, la spesa per retribuzioni e per consumi.
Si distinguono sicuramente le buone performance di Reggio Emilia rispetto all’Emilia Romagna per ciò che attiene il fatturato. Nel dettaglio, in questo primo semestre del 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010, il fatturato reggiano aumenta di 10,4 punti percentuali a prezzi costanti contro un aumento regionale del 2,5%. Il dato di segno positivo, migliore della media regionale, si verifica per la prima volta dopo il biennio della fase recessiva intercorso tra il 2008 e il 2010.
Gli investimenti mostrano invece, rispetto allo scorso anno, una variazione nettamente negativa. Il trend negativo è presente nell’intero panorama regionale, è vero, ma lo scarto negativo complessivo è minore rispetto a quello reggiano: infatti il dato regionale è -3,8%, mentre Reggio è al -21,1%. Il manifatturiero appare l’unico settore con un trend positivo sugli investimenti con un + 7,3%, mentre i servizi purtroppo patiscono con un –27,8%.
Il settore manifatturiero traina così la dinamica di recupero, essendo tornato in positivo già dal primo semestre 2010 con un +2,6% sul fatturato totale che ora raggiunge il +14,2%. Anche le costruzioni hanno invertito la tendenza negativa con un +10,2% di fatturato totale rispetto al -9,3% del secondo semestre 2010, mentre i settori del terziario mantengono una dinamica positiva molto contenuta in termini di fatturato, soltanto +2,6%. Tra i settori industriali la dinamica più favorevole spetta alla metalmeccanica (+19,4%) seguita dall’alimentare (+13,2%), mentre l’industria del legno-mobile è l’unico degli otto settori analizzati da Trender ad avere un segno tendenziale negativo con un -6,3%. Il fatturato per conto terzi mantiene come nei trimestri precedenti un ruolo abbastanza trainante nella dinamica del fatturato complessivo.
Le spese per consumi e retribuzioni vedono, al pari del fatturato, le imprese artigiane reggiane ben posizionate rispetto al panorama regionale. Hanno infatti una crescita rispetto allo scorso anno rispettivamente del 12,5% per i consumi e del 10,3% per le retribuzioni. Anche in questo caso è importante notare le performance del manifatturiero e dei servizi (soprattutto per quanto concerne la spesa per consumi).
Sicuramente la crisi ‘morde’ ancora i polpacci alle piccole e medie imprese reggiane ma si può notare rispetto al 2010 una piccola scossa in positivo rispetto alle commesse e di conseguenza al fatturato totale. Le PMI del reggiano restano però ancora caute, non si sbilanciano in investimenti, sembrano quasi in una fase attendista per verificare cosa accadrà nei prossimi mesi: saranno i dati del secondo semestre del 2011 sempre forniti da TrendRE a confermare o smentire i primi segnali di ripresa.