Firenze – “Gli oneri sulle concessioni e i canoni del demanio idrico deliberati dalla Regione Toscana mettono in forte difficoltà le imprese, soprattutto le piccole, che rischiano in taluni casi la chiusura delle attività”. Lo rileva la CNA Toscana in una nota che spiega che “i canoni per molte attività sono aumentati in maniera considerevole anche raddoppiati e quadruplicati , passando per qualche piccola attività come ad esempio una tintolavanderia da poco meno di mille euro a oltre tremila euro”. Secondo la CNA, considerato che i pagamenti debbono essere effettuati entro il 31.12.2016 l’impatto sulle imprese è devastante.
CNA Toscana unitamente alle altre organizzazioni economiche ha inviato un documento alla Regione con la quale si chiedeva una revisione complessiva del sistema tariffario, una rateizzazione e proroga dei pagamenti, continua la nota.
Le richieste sono state accolte in maniera parziale:
- si è ottenuto una rateizzazione in 5 anni dei canoni 2016 e 2017 per gli ormeggiatori restando l’obbligo del versamento delle imposte sulle concessioni al 31.12.2016.
- per gli emungimenti di acque sotterranee da pozzi non è stata accolta la richiesta di proroga del termine del 31.12.2016, prorogato invece al 28.02.2017 (era il 31.12.2016) il termine per la richiesta delle riduzioni previste dalla legge regionale.
La Regione si è impegnata ad incontrare nuovamente le categorie economiche nei primi mesi del 2017 al fine di valutare una revisione tariffaria anche in ragione del gettito e del recupero di evasione. “CNA TOSCANA – conclude la nota – è impegnata fin da subito per un revisione del sistema tariffario ed impositivo sulle concessioni e canoni del demanio idrico che riduca l’importo dei canoni, riveda la classificazione delle attività tenendo in debita considerazione le microimprese e rivedendo il sistema per il calcolo forfettario, oggi penalizzante per le imprese con consumi contenuti.