Concordia, Clini: “Stato parte civile in caso di danno ambientale”

Mentre il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha annunciato che nel caso di danno ambientale, quale avverrebbe nel caso di sversamento di carburante dalla nave Concordia, lo Stato si prenderà le sue responsabilità costituendosi parte civile contro Costa Crociere, ieri sono iniziate le operazioni preliminari allo svuotamento dei serbatoi della nave (defueling), il cui inizio è previsto per sabato 28 gennaio. Intanto però l'inquinamento del mare al Giglio è già una realtà: detersivi e saponi sversati dalla nave hanno raggiunto livelli di tensioattivi di 2-3 mg/litro nell'area intorno alla nave naufragata, nei quattro punti di controllo (a prua, a poppa e lungo le due fiancate), più del limite consentito, in un mare dove di solito il livello di queste sostanze è zero. Questi livelli di tensioattivi rilevati dall'Arpat con i test realizzati dal battello Poseidon all'ottavo giorno di controlli, sono quelli definiti dalla legge per gli scarichi industriali. I detersivi e i saponi a bordo della Concordia, alcune centinaia di chili, in particolare quelli in contenitori non sigillati eremeticamente al momento del disastro, si stanno infatti progressivamente sciogliendo e diffondendo nel mare cristallino dell'Isola del Giglio.  Costituiscono "danno ambientale" questi livelli  di inquinamento da tensioattivi?
A Roma oggi alle 14,30 si svolgerà l'audizione di Pierluigi Foschi, presidente e amministratore delegato della Costa Crociere alla Commissione Lavori pubblici del Senato, e domani dalle 8:30 sarà ascoltato l'ammiraglio Marco Brusco, comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto. La Commissione lavori pubblici del Senato ha inoltre in programma una serie di audizioni nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla sicurezza della navigazione marittima, con particolare riferimento al naufragio della nave Costa Concordia del 13 gennaio.

Riprese le ricerche dei dispersi, dati nel numero di 16, dopo l'interruzione nella giornata di ieri a causa di forte vento e onde fino a un metro nella serata, e dopo che i palombari della Marina hanno fatto esplodere una micro carica per aumentare il varco sul ponte 3 e consentire il passaggio dei sommozzatori. Il Commissario delegato all'emergenza del Giglio, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, due giorni fa aveva infatti precisato che la ricerca dei dispersi, già completata in tutta la parte della nave non sommersa dall'acqua, avrebbe potuto proseguire, contemporaneamente ai lavori di bunkeraggio e defueling, anche nella parte sommersa in tutti le zone raggiungibili ed ispezionabili.

L'inchiesta dei pm grossetani. Incontro con procuratore generale della Toscana
Il fronte dell'inchiesta si sta sempre più allargando ad eventuali responsabilità anche dell'armatore. Dalle testimonianze del comandante Schettino e degli ufficiali è emerso infatti non soltanto che Costa Crociere avrebbe richiesto l'inchino al Giglio per ragioni di pubblicità, ma anche che vi sarebbe stata trascuratezza e scarsa vigilanza sull'applicazione delle norme di sicurezza. Oltre alla scatola nera che non era funzionante da 15 giorni, anche le pompe di emergenza per aspirare l'acqua fuori dalla nave non erano funzionanti al momento del disastro, secondo le testimonianze acquisite ad oggi dagli ufficiali di bordo. Ieri il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio che ha opportunamente informato  il procuratore generale della Toscana Beniamino Ceidda circa le attività di indagine in corso, ha discusso in una riunione fiume durata sei ore con i suoi sostituti Stefano Pizza, Maria Navarro ed Alessandro Leopizzi, facendo il punto sull'inchiesta, che si fa sempre pù complessa, con altri testimoni da ascoltare, nuovi indagati, perizie da effettuare, l'incidente probatorio sulla scatola nera della nave Costa Concordia. E' stato Beniamino Deidda, il procuratore generale della Toscana, ad aver richiamato con forza l'attenzione dei pm su ruolo e comportamenti della Costa Concordia affermando che la compagnia «è garante delle norme di sicurezza e ne è responsabile». Il procuratore di Grosseto Verusio «ha sollecitato un incontro con il Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Firenze, Beniamino Deidda». L'incontro tra Deidda e magistrati inquirenti di Grosseto potrebbe determinare l'allargamento dell'inchiesta a nuovi indagati. Nel frattempo è emerso in un'intercettazione ambientale fatta nella caserma dei Carabinieri di Orbetello dopo il naufragio, che il comandante Schettino avrebbe confessato ad un amico: "Quando ho visto che la nave si stava inclinando sono sceso".

Decreto sulle rotte di navigazione
L'esecutivo sta lavorando al decreto sulle rotte, che conterrà linee guida. ''Non divieti – spiega Clini – ma criteri, senza entrare nel dettaglio delle rotte''. In merito al transito delle navi nel bacino di San Marco, il ministro sottolinea che la situazione è complessa, ''perché da un lato c'è un valore da proteggere, che è quello del traffico crocieristico, e dall'altro c'è il fatto che il turismo in Italia ha prospettive di sviluppo se l'ambiente viene tutelato''. Un eventuale divieto d'ingresso ''va valutato per tutti i diversi impatti che provocherebbe. Intanto iniziamo col limitare la frequenza e la velocità''.

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