Le Civette mordono in Consiglio Comunale e ottengono, alla presenza del sindaco Matteo Renzi che è intervenuto per seguire personalmente la vicenda, l’interesse dell’amministrazione comunale al chiarimento della situazione; fra le altre cose, dei motivi per cui l’Asl 10 ha deciso di iniziare la smobilitazione della struttura. Inoltre, oggi 3 ottobre è stato confermato un tavolo regionale che si terrà lunedì prossimo alla presenza di rappresentanti dei lavoratori, ospiti e parenti, dei rappresentanti comunali, dei vertici dell’Asl, dei rappresentanti regionali, del Cub Sanità e delle associazioni che hanno sostenuto la protesta.
Poco prima le rappresentanze sindacali della Cgil e Cisl avevano convocato un’assemblea dei lavoratori alle 13,30 in cui avevano dichiarato di avere ricevuto mandato da 35 operatori di sospendere le agitazioni poichè l’accordo appena concluso (venerdì scorso) fra Asl, Cgil-Cisl, cooperativa sociale Quadrifoglio, veniva definito soddisfacente come primo passo verso la definizione della questione. L’accordo fra le altre cose stabiliva la sospensione della chiusura e quindi dei licenziamenti dei lavoratori.
In piazza Signoria però le cose sembrano avere cambiato decisamente passo. Tutto ha inizio verso le 15,30 con la formazione del presidio preannunciato da CubSanità. Un presidio da cui si stacca una delegazione di circa venti persone che, approfittando dell’interrogazione sulla sorte della Rsa avanzata da 5 consiglieri comunali, si porta in aula per seguire la discussione.
La prima sorpresa è la presenza del primo cittadino, che si unisce all’assemblea per seguire la vicenda.
L’assessore Stefania Saccardi dichiara che il Comune ha già caldeggiato un atteggiamento di prudenza verso la chiusura da parte dei vertici dell’Asl 10, tirando in un certo senso il freno a mano rispetto alla velocizzazione della vicenda impressa dall’Asl e chiedendo all’Azienda sanitaria di verificare, con procedure più approfondite, alcuni punti fra cui la situazione dei lavoratori e degli ospiti. Inoltre, dopo aver assicurato che ospiti, famiglie e lavoratori non verranno lasciati soli dal Comune, l’assessore ventila anche, in caso di chiusura (decisione che, sottolinea, appartiene all’Azienda) l’ipotesi che una parte della struttura possa rimanere aperta per le situazioni particolarmente fragili.
D’altro canto, ricorda Ornella De Zordo che risponde alla relazione dell’assessore, fino a due anni fa circa la stessa Asl riconosceva il carattere di eccellenza della struttura; tant’è vero che vi erano stati praticati ingenti lavori con soldi pubblici (provenienti dalla Regione) per renderla sempre più adatta alla funzione che svolge, vale a dire l’accoglienza e ospitalità di soggetti provenienti dal vecchio San Salvi e quindi affetti da patologie psichiatriche, soggetti affetti da demenza senile e Alzheimer.
Dunque, la domanda di fondo, posta con una lettera dai partecipanti al presidio e indirizzata al consiglio, all’assessore Saccardi e al sindaco, e ribadita da De Zordo, resta inevasa: perché la chiusura, specialmente dopo così importanti (e recenti) investimenti?
Anche un altro quesito rimane senza risposta: che uso vorrà fare l’Azienda di questa struttura, una volta svuotata? L’accenno in merito fatto dall’assessore Saccardi che dice che con ogni probabilità l’Asl pensa di trasferirvi degli uffici, lascia tutti i presenti dubbiosi. A che pro allora avere profuso tanti soldi pubblici in ristrutturazioni specifiche?
Infine, una delegazione di circa dieci persone fra famigliari, ospiti, lavoratori e la rappresentante del CubSanità Paola Sabatini viene ricevuta dall’assessore Saccardi e dal sindaco. Si fa il punto della situazione: confermato l’impegno del Comune (Matteo Renzi prende a cuore la vicenda) si conferma anche il tavolo regionale di confronto all’Assessorato alla Sanità, già ottenuto con il presidio di martedì 27 settembre sotto la sede regionale. Al tavolo parteciperà anche l’assessore Saccardi, che ha l’incarico di Presidente della Società della Salute.
A tale tavolo, cui saranno presenti CUB Sanità e le Associazioni A.D.I.N.A., Medicina Democratica, Associazione per la memoria viva “Carmelo Pellicanò”, “Comitato San Salvi chi può”.oltre a una rappresentanza di lavoratori e ospiti-familiari, la delegazione ha richiesto la presenza della ASL 10, finora latitante, cui verranno riproposte le domande lasciate per ora senza risposta: quali motivazioni giustificano la chiusura (per ora solo rimandata), l’uso che si intende fare della struttura, l’elenco e i costi delle ristrutturazioni effettuate, le ragioni sanitarie che ne permettono lo svuotamento delle attuali funzioni di eccellenza.