Civatiani col sedere degli altri: tutti con Pippo ma solo idealmente

L’Ostello civatiano della gioventù della Ghiara si rompe idealmente; ma nessuno segue l’ex leader nel suo strappo col Pd “dittatoriale” di Renzi. Ci sono di mezzo carriera e poltrone

Pippo Civati lascia il Pd e il suo, almeno finora, è un addio solitario. Anche a Reggio Emilia dove per diversi anni si è riunito il suo think tank e da dove Civati aveva lanciato la sua corsa alla leadership del Partito democratico. Nel reggiano il deputato lombardo poteva contare su nutrita pattuglia di fedelissimi, finita per frantumarsi al congresso provinciale del partito quando una parte della corrente, con Mirko Tutino in testa, decise di appoggiare Giammaria Manghi. Una scelta che, ancora oggi, all’indomani dell’addio di Civati è argomento di scontro fra gli ex civatiani reggiani.

In Consiglio comunale fino a poco tempo fa si potevano annoverare tra i Civatiani il capogruppo Andrea Capelli, Dario De Lucia, Federica Franceschini, Lanfranco De Franco. Civatiano di ferro l’assessore comunale Mirko Tutino come il parlamentare Paolo Gandolfi che ha già fatto sapere che non seguirà il deputato lombardo nella sua nuova avventura politica. Civatiane la consigliera regionale Silvia Prodi e Roberta Ibattici che siede nella segreteria del Pd.

Si tratta di capire dove ora andranno a riposizionarsi, se tra i renziani della “seconda ora” o nella minoranza del partito che sembra guardare ad Enrico Letta, l’ex premier che in queste settimane ha di fatto guidato l’opposizione interna.

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