Firenze – Infrastrutture e assetto del territorio sono un po’ “il cuore” della nuova Città metropolitana fiorentina che nasce proprio per rispondere ad esigenze di coordinamento del territorio e per superare logiche municipalistiche, in un’area nella quale i problemi possono essere risolti solo in modo unitario. Tanto più che c’è una forte osmosi e mobilità sociale e demografica, come dimostra il fatto che sono sempre più numerose le persone che lavorano a Firenze ma vanno ad abitare nei Comuni circostanti.
Su questi temi abbiamo intervistato Andrea Ceccarelli che dopo essere stato Vicesindaco di Firenze e Presidente del Quartiere 3 è uno dei consiglieri della Città Metropolitana ed è titolare di due deleghe “cruciali” quali le infrastrutture e l’assetto del territorio
La città metropolitana finalmente decolla. Cosa significa per Firenze e i comuni limitrofi?
E’ davvero il caso di dire “finalmente”. Di Città Metropolitana si parla da almeno 25 anni e, per motivi che ora non voglio ripercorrere, non si era mai riusciti a varare una riforma di così ampia portata, pur con tutte le incertezze e le difficoltà insite nella Legge e nel percorso che ci porterà al riordino delle competenze di Comuni, Città Metropolitane, Regioni. Potremmo dire che la Città Metropolitana non è altro che una grande unione di Comuni, che – attraverso propri rappresentanti – si danno un Ente di autogoverno che supera la logica un po’ asfittica del campanile o del municipio, cioè del proprio confine, per approdare ad una gestione condivisa dei servizi o della pianificazione territoriale. Del resto, la logica municipalistica è superata dalle cose e non da ora: ormai, i servizi pubblici locali o anche la gestione delle risorse o il trattamento dei rifiuti urbani e perfino i servizi socio sanitari rispondono a politiche di area e non più di un solo Comune. Vorrei aggiungere che non si tratta di questioni che attengono solo all’architettura istituzionale. Si tratta di razionalizzare costi, certo, ma anche di rendere più efficaci ed efficienti tanti dei servizi che vengono offerti dai Comuni e di individuare modalità condivise per realizzare una pianificazione territoriale più armonica e coerente. Chi vive in territori di confine sa che cosa voglio dire: in passato, ogni Comune costruiva per conto proprio il proprio Piano Regolatore e poteva succedere (è successo) che venissero a crearsi situazioni poco compatibili e, sì, poco coerenti fra territori che magari distavano poche centinaia di metri, ma che erano divisi da un confine. Ecco, questo non accadrà più.
Ma c’è chi dice che è una fotocopia della Provincia….
Mi permetta di dire che questa mi sembra l’ultima delle critiche che si possono muovere alla Città Metropolitana. Il Consiglio Metropolitano è organo eletto dai Consigli Comunali, è ridotto a 18 Consiglieri, non c’è una Giunta ma solo un Sindaco Metropolitano, le competenze saranno in parte quelle delle vecchie Province, ma ve ne saranno altre che verranno attribuite ai Comuni, mentre altre ancora saranno completamente nuove e vedranno momenti di forte condivisione con la Regione. Questo, almeno, sembra essere il profilo al quale vuole attenersi la Regione Toscana.
Tra le sue deleghe quella delle infrastrutture. Quali sono i maggiori problemi sul tappeto?
Beh, abbiamo bisogno come il pane di innovazione ed ammodernamento nel campo delle infrastrutture. In primis, i collegamenti della tramvia fiorentina con i territori più vicini. La linea 1 registra un numero crescente di utenti – ormai siamo oltre il milione al mese – e credo che dia ragione a quanti in questi anni hanno sostenuto la bontà di quella scelta. Poi, l’aeroporto: la fusione fra le società aeroportuali di Firenze e Pisa ci permette di costruire un polo strategico, differenziando ovviamente le funzioni e permettendo alla Toscana ed all’area fiorentina e pisana di reggere alla concorrenza di altri scali. Dobbiamo inoltre sbloccare i lavori di alcune arterie stradali da troppo tempo ferme al palo, mi riferisco ad esempio alla cosiddetta “Variante di Grassina” ed alla S.R. 429, un vero e proprio scandalo per i tempi necessari alla sua realizzazione. Ci sono poi molti altri progetti sui quali avremo modo di tornare, se vorrà, nei prossimi mesi. Per ora, ne cito uno che tutti conoscono: la conclusione dell’iter autorizzativo per la realizzazione del termovalorizzatore dell’area fiorentina, ormai siamo ad un passo. Ed ancora: dobbiamo riprendere il lavoro di manutenzione delle strade che abbiamo, spesso sono un vero e proprio colabrodo, dobbiamo trovare le risorse (che sono tante) e metterle in sicurezza.
E la delega per l’assetto del territorio quali impegni concerne?
Sarei un uomo felice se riuscissimo a costruire, di qui alla fine del mandato amministrativo, un Piano Strutturale di area. Vorrebbe dire che siamo riusciti ad assolvere ad una delle funzioni fondamentali delle nuove Città Metropolitane, che è quella del coordinamento della pianificazione territoriale. Mi creda, sembra politichese, ma ha molta più influenza sulla qualità della vita dei cittadini di quanto non si creda.
Il riordino delle province porta ad un maggior peso gestionale della regione. Questo vale anche per la città metropolitana o c’è un peso diverso?
No, il caso delle Città Metropolitane è diverso. Se andrà come penso, vi sarà un riordino delle funzioni che, come dicevo, saranno distribuite fra Comuni, Regione e Città Metropolitana. Fino ad oggi, effettivamente la Regione ha avuto soprattutto compiti normativi e solo raramente gestionali: anche questo non è un dogma, possiamo ovviamente cambiare, ma continuo a credere che le migliori qualità e competenze, in quanto a gestione dei servizi, siano allocate negli Enti Territoriali. Vedremo. In ogni caso, la Città Metropolitana eserciterà un ruolo decisivo nella costruzione del Piano di indirizzo territoriale della Regione Toscana e nell’ammodernamento della rete infrastrutturale. Potrei scommettere su questo e sono convinto che vincerei la scommessa. Ne riparliamo fra qualche mese…