La sicurezza urbana è una cosa seria e complessa. Si parla spesso di sicurezza e spesso in modo semplificato ma la questione va affrontata in modo metodico.
In una città come Firenze se da un lato rispetto a realtà del profondo nord ovest, del centro laziale o del profondo sud non possiamo lamentarci, dall’altro si assiste da tempo ad un deterioramento della situazione legato alla presenza sempre più marcata dei cosiddetti microcosmi paralleli interni alla società cittadina.
Limitandoci alla sola Firenze, il caso dell’ex Astor balzato all’attenzione nazionale per la scomparsa di una bambina di 5 anni, docet, ma anche altre situazioni, come i black narcos alle Cascine et similari, diventano sempre più indici di un cambiamento di assetti sociali sempre più evidenti nelle nostre grandi città.
Rimanendo alla città del Marzocco, per certi versi caso simbolo delle città d’arte su cui calano milioni di turisti, la situazione da città sempre più per ricchi che si respira, dove ormai acquistare un appartamento per un cittadino “normale” è pressoché proibitivo ed il turismo eccessivo che ha prodotto diseguaglianze economiche sempre più feroci, facendo decollare il costo degli affitti, ha favorito la creazione di ulteriori zone d’ombra e d’illegalità nate dal bisogno, dove, nel tempo, si sono inserite attività criminose come il racket degli alloggi e il traffico di droga.
Quindi serve, per la sicurezza, innanzitutto annusare la città. Annusarla bene. Girarla in vari orari, di notte e di giorno. Stare fermi pure per delle ore in alcuni punti per capire come una zona è frequentata. Per la sicurezza le centinaia di telecamere sono utili certo, a patto che siano certificate senza backdoors, ma al contempo non sono sufficienti. La sicurezza sbirresca old style rimane insostituibile.
La sicurezza è fatta di attenzioni ai particolari. La sicurezza è fatta di domande, che uno si deve porre per scoprire chi delinque e chi ricicla… E sono tanti, più di quanto si pensi. La sicurezza è quindi una cosa serissima e soprattutto è da considerare come una cosa integrata che unisca il trattare in modo repressivo la commissione di reati da un lato, ma dall’altro il creare le condizioni umane e sociali per evitare di allargare il bacino della criminalità basica che col tempo si trasforma in organizzata.
Senza sicurezza la società rimane a rischio, per questo è indispensabile aumentare gli organici per controllare meglio la città, ma al contempo fornire analisi anche sociali del territorio per mettere in piedi adeguati strumenti che tolgano “acqua” alla coltura di povertà, disperazione ed esclusione che da sempre costituisce uno dei bacini di manodopera e una delle porte d’ingresso della criminalità organizzata, limitando così le bolle criminali.