Alessandro Pala
E’ un triste copione che si ripete da ormai due anni. La Spagna entra a far parte di quella schiera (sempre piu fitta) di paesi che reclamano aiuto finanziario. Anche in questo caso si è passati in pochi mesi dalle rassicurazioni ad una drammatica richiesta di aiuto. Avanti un altro. Sebbene Rajoy voglia far passare questa soluzione come un successo europeo (e infatti i mercati ci sono cascati giusto qualche ora), la situazione in Europa rimane grave ma non seria, come avrebbe detto Ennio Flaiano.
Per cui qual è la strada per risolvere i reali problemi europei e soprattutto, come fare? Li riassumo in cinque punti.
1) Necessità urgente di una unione dei sistemi bancari europei. Nell’ultimo trimestre circa 100 miliardi di Euro sono usciti dalle banche spagnole ed in generale i capitali corrono via alla velocità della luce dal Sud Europa, quando invece servirebbe il contrario. Una unione bancaria con garanzie sostenuta dalla Bce porrebbe un freno a questo andamento disastroso.
2) La Bce deve diventare finalmente una banca centrale a tutti gli effetti (sul modello della Fed) ed avere la facoltà di attuare espansioni monetarie (in gergo quantitative easing) in modo da evitare di deprimere l’economia. Attualmente la Bce è strozzata da una fitta ragnatela di regole burocratiche che ne annacqua il potere.
3) Bond comuni, o EU-bond, o comunque si voglia chiamarli. In questa maniera, i rendimenti dei titoli di stato periferici precipiterebbero. Ma attualmente da questo orecchio la Germania non vuole sentire, e nemmeno fondamentalmente a torto se si guarda la storia europea degli ultimi anni. L’Europa mediterranea ha letteralmente buttato via il piu grosso shock positivo macroeconomico dal dopoguerra (ossia l’Euro), chi in bolle immobiliari ( Spagna), chi in spese pubbliche assolutamente non produttive (Italia) e chi invece per ingrassare i funzionari di Stato (Grecia). Per quale ragione, una volta arrivata l’ancora di salvataggio teutonica, il sud Europa sarebbe portato a diventare improvvisamente ligio al dovere? In fondo, c’è sempre qualcuno che paga. Il che ci porta diretti al punto 4
4) Unione politica. Per evitare di ritrovarsi nel giro di due anni punto e a capo, l’Europa necessita di una vera politica congiunta a livello europeo. In questa maniera, il Sud Europa non potrà piu avvalersi dell’azzardo morale di scaricare i costi della produttività sul nord.
5) Diventare maggiorenni. Uno dei problemi dell’Italia e degli altri paesi del sud europeo è che continuano a dare la colpa agli altri (la Germania, gli speculatori, lo spread, Marchionne etc.). E’ tempo che in Italia si prenda coscienza che per avere un certo tenore di vita, bisogna adeguare la propria capacità produttiva. Oggi invece succede esattamente l’opposto. L’Italia negli ultimi 10 anni ha perso progressivamente competitività verso il resto dell’Europa ed il costo del lavoro è automaticamente esploso. Per questo, ci troviamo con le tasse piu alte d’Europa e i salari piu bassi.
Mantere una macchina che non produce è diventato nel 2012 un mero esercizio di dialettica. D’altronde l’alternativa è il baratro…siamo pronti a tuffarci oppure decidiamo finalmente di diventare un paese maggiorenne?