Cinguettìo Br e silenzio Iren

Un’altra impressionante tegola si abbatte sul dietro le quinte della multiservizi nel mutismo dei policanti quaquaraquà che invece cicaleggiano compatti su Gallinari & co

Quando la realtà supera la fantasia: ovvero nemmeno nelle cronache giornalistiche più di parte si sarebbero potute ipotizzare trame più contorte di quelle che hanno portato oggi la Finanza ad arrestare politici, amministratori ed editori di Parma. Come quella della campagna elettorale 2007 di Pietro Vignali, ex primo cittadino della città ducale, che sarebbe stata pagata anche coi soldi del comune attraverso la municipalizzata Enìa, poi fusasi con Iride per sfociare in Iren. Un mare di soldi pubblici sputtanati per farsi eleggere, oliare la stampa, farsi belli e ricchi con parenti ed amici. Insomma un presunto puttanaio, che coinvolge indirettamente anche l’attuale multiutility e una combine nelle nomine di parte dei vertici che ha dell’imbarazzante, fosse naturalmente confermata la linea accusatoria.

Tutto ciò mentre i partiti di governo locale, e qui a Reggio diventa arduo non citare il Pd, riempivano pagine di giornale e interviste tv sulla assoluta bontà della linea di fusione tra società di servizi, il loro salutare sbarco in Borsa, la sapienza dirigenziale e finanziaria dei super manager al di sopra di ogni sospetto. Che, certo si portavano a casa stipendi superiori a quelli del presidente Obama ma, come più volte sottolineato dal direttore generale Andrea Viero, a fronte di responsabilità inimmaginabili. E con la compiacenza, profumata e silenziosa, di buona parte della stampa locale.

Il web-magazine 7per24 che avete la bontà di leggere in questo momento, almeno su questo fronte, si è differenziato da altre testate giornalistiche. Informandovi puntualmente e commentando acidamente gran parte degli ultimi avvenimenti Iren, certo da leggersi politicamente e non, o non ancora, giudiziariamente. Dalla situazione debitoria alla vendita degli immobili storici del gruppo, dalle bollette vieppiù insostenibili alla remunerazione stellare della dirigenza, per non parlare di un titolo rotolante verso il basso in modo preoccupante. Non sarà garanzia certificata di libertà ma, concedeteci almeno il beneficio di aver dato parziale dimostrazione di una certa possibilità di manovra. La stessa con cui chiediamo a politici, amministratori e candidati di maggioranza di fare chiarezza ed esprimersi su una vicenda, quella Iren, che assume giorno dopo giorno i connotati del mistero del secolo.

Ultim’ora: la corsa ai ripari annovera nell’ordine un comunicato del sindaco Graziano Delrio che chiede al duo Villani-Buzzi di fare un passo indietro e di Iren spa che ricorda di essere già parte civile nei processi scaturiti dall’indagine “Green Money” da cui discenderebbe l’attuale operazione “Public Money”. E che ribadisce la totale estraneità ai fatti contestati ai coinvolti e di ritenersi parte lesa

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